Canalys: ogni 10 pad venduti, 5 notebook sugli scaffali

La società analizza l’impatto dei Pad sulle vendite complessive di pc nel corso dell’anno. La fortuna di Apple, il ciclo di Windows 7, l’arretramento dei netbook.

Canalys torna a parla di pad. E lo fa rileggendo le stime sulle vendite di pc per l’intero 2011.
La società di analisi, che diversamente dai suoi omologhi Gartner e Idc da tempo ha incluso i Pad nelle sue misurazioni, parla di un incremento del 14% anno su anno.
Incremento, sottolinea, che sarà in gran parte attribuibile alle vendite di pad, che dovrebbero raggiungere i 52 milioni di unità a fine anno.

La parte del leone, si legge nella nota diffusa da Canalys, toccherà di nuovo ad Apple con iPad: a Cupertino si ascriverà il 75% delle vendite. Ai competitor, dunque, resterà da spartire una fetta di 12 milioni di unità.

Il sole splendente sulla Mela, però, secondo Canalys significherà nuvole scure sui player tradizionali: Microsoft, Intel e AMD, secondo la società di ricerca, con tutta probabilità perderanno quote di mercato.

In questo Canalys concorda con Gartner: cambiano i icicli di sostituzione e i consumatori saranno più inclini ad allungare la vita delle macchine già in loro possesso, acquistando un pad al posto di un nuovo pc.
Non solo.
Per i pad la fortuna si giocherà anche sulle verticalizzazioni: fondamentale per l’accelerazione dei cicli di adozione sarà la disponibilità di applicazioni verticali in settori chiave quali il mondo sanitario o l’education.

Di converso, ne risentiranno le vendite di notebook e netbook. Secondo Canalys, ogni 10 pad venduti, verranno perse cinque vendite di notebook e netbook sia sui canai consumer sia sui canali business.
Questa tendenza sarà maggiormente percepita sui mercati maturi.

C’è però una nota positiva, che Canalys non trascura.
A livello globale, il ciclo di sostituzione dei notebook verso Windows 7 sosterrà òe vendite, tanto che il comparto chiuderà il 2011 con una crescita dell’8%.

Peggio andrà ai netbook, che dovrebebro chiudere l’anno con un cali del 13% a 34 milioni di unità.

Tutto questo, però, non tiene conto di tutti gli imprevisti legati agli scenari politici ed economici, sia in relazione alle turbolenze nel bacino mediorientale, sia ai recenti eventi che coinvolgono il Giappone.

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