Cambiano i parametri del ciclo di vita per i prodotti Erp

Quale sarà il futuro delle applicazioni gestionali di nuova generazione? Gli analisti propongono suggerimenti per ridurre la complessità di questi ambienti, che si confondono sempre più con le soluzioni di sviluppo e integrazione.



 

 


C’è chi lo dà in crisi già da tempo, ma il mercato degli Erp sembra, oggi, trovare nuova linfa vitale dall’estensione delle piattaforme nella direzione di nuove aree applicative. Idc, nell’ultimo studio pubblicato in materia, stima che il giro d’affari mondiale degli Enterprise resource planning si attesti, quest’anno, sul valore di 23,5 miliardi di dollari. Nella definizione che ne dà la società di ricerca, l’Erp rimanda al mercato delle soluzioni pacchettizzate che, però, abbiano un set di codici e di dati, nonché un’interfaccia utente integrati, che consentano di automatizzare le attività relative alla tenuta della contabilità generale, alla gestione di magazzini, ordini di acquisto o vendita, in abbinamento al managing di alcuni processi di business tipici di specifici mercati verticali quali l’Mrp (Materials requirements planning) nel manufacturing, la gestione delle cartelle cliniche nell’healthcare, l’automazione delle filiali di banche nel finance e così via. "Sempre più spesso, tuttavia – chiarisce Dennis Byron, vice president Erp and Industry Applications Research di Idc – questa tipologia di prodotti include alcune funzioni che potremmo definire estese, quali la gestione delle risorse umane e della forza lavoro, il Customer relationship management, la Supply chain automation e le analisi a queste applicazioni associate".


Quello che il cliente richiede, in linea generale, è valore. Questo significa che i sistemi integrati, che riorganizzano i processi di business e rendono più fluide le interazioni delle applicazioni coi sistemi legacy, attirano consensi. Per contro, sembra definitivamente tramontata l’epoca delle installazioni massicce, che richiedevano anni e costi esorbitanti per l’implementazione. Parimenti in declino appaiono le applicazioni standalone, scalzate dai sistemi in grado di offrire una visione olistica e omnicomprensiva dell’organizzazione e delle informazioni, eliminando "silos" di dati ridondanti.

Richieste di semplicità


Di fatto, l’Erp è evoluto, nel corso degli ultimi anni, fino ad assumere il ruolo di fondamento solido e di infrastruttura privilegiata per l’e-business. Secondo tutti i maggiori analisti, le imprese che hanno investito in passato in queste soluzioni si troveranno, nel corso dei prossimi anni (fino al 2007), a cercare di ottenere il massimo beneficio dalle applicazioni implementate, in una sorta di strategia di "manutenzione". Questo approccio muoverà da una completa razionalizzazione di tutti gli applicativi, con il fine ultimo di ridurre il numero di pacchetti utilizzati e le istanze sviluppate. Ci sono, secondo Gartner, tre ragioni che spingono le aziende a razionalizzare l’infrastruttura Erp. Anzitutto, la considerazione che a una pluralità di ambienti differenti si associa un più alto Tco. Ancora, la presa di coscienza del fatto che le funzionalità incluse in applicativi diversi troppo spesso risultano divergenti, rendendo arduo il tentativo di ottenere viste consistenti dei dati aziendali. Tali errori si traducono nella duplicazione continua delle informazioni e obbligano le aziende a una intensa attività di riconciliazione. Infine, la globalizzazione, che è, oramai, una realtà per molte imprese, induce a una maggiore standardizzazione dei processi, laddove sia possibile. L’idea, pertanto, in futuro sarà di condurre una sorta di manutenzione routinaria degli applicativi gestionali, attuando attività che vanno dal mantenimento delle buone performance dei sistemi agli aggiornamenti delle suite, il tutto nell’ottica del controllo dei costi del ciclo di vita dei progetti.

Un approccio a sei passi


A questo scopo, le aziende dovranno continuamente misurare, gestire e controllare rischi, costi e valore associati ai propri ambienti Erp. Il modo migliore per condurre queste attività, soprattutto nelle medie e grandi aziende, è quello di istituire dei competence center dedicati e di sviluppare delle metodologie per riuscire a garantire il miglior ritorno dagli investimenti sostenuti. A tale scopo, Gartner propone un approccio basato su sei step. Anzitutto occorre misurare e lavorare per ridurre il Total cost of ownership del ciclo di vita dell’Erp; ancora, misurare e migliorare la soddisfazione degli utenti interni, così come gestire il servizio reso dall’applicazione Erp sulla scorta di un contratto che preveda la definizione di Service level agreement (Sla). Il quarto passaggio è quello che prevede la misurazione e il miglioramento degli attuali benefici, nell’ottica del ciclo di vita delle applicazioni di pianificazione delle risorse aziendali. Alcune aziende hanno, già da tempo, provveduto a misurare i benefici ottenuti con l’introduzione delle soluzioni Erp, utilizzando strumenti di intelligenza diffusa e indicatori di performance (Kpi). Il quinto step è quello che prevede l’attenzione continua al miglioramento dei processi, mentre l’ultimo passo prevede una relazione sempre più stretta tra esigenze di business e It.


Nel tentativo di tenere sotto controllo i costi di deployment, i clienti si stanno votando a nuovi metodi di fruizione delle applicazioni Erp. Uno dei più popolari è l’utilizzo dei servizi di gestione esterna dei software. Gartner stima che il mercato dell’outsourcing di applicativi Erp crescerà a un tasso medio annuo che si avvicina al 40%, da qui fino al 2005. Questa scelta è giustificata, in particolar modo, dalla necessità di ridurre i tempi di implementazione, migliorare la qualità e la disponibilità di risorse e, soprattutto, trasferire all’esterno gran parte delle mansioni ripetitive e a basso valore aggiunto usufruendo, nel contempo, di nuove professionalità altamente specializzate nelle aree dello sviluppo software e della migrazione dei sistemi It.

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