Calma piatta per le inserzioni Ict nel terzo trimest

Il consuntivo relativo alla ricerca di personale tecnologico, sia sul cartaceo che online, evidenzia il perdurare di una congiuntura negativa. Pur considerando il periodo (luglio-settembre) di solito fiacco, sul settore aleggia una pesante atmosfera di sfiducia.

Se l’estate meteorologica è stata fredda e piovosa, non si può certo dire che quella occupazionale sia andata molto meglio. Anche il nostro settore, infatti, ha risentito in maniera significativa di una situazione generale non certo brillante, caratterizzata più da ombre che non da sintomi di una ripresa, sempre più lontana e non ancora definita.


Quello che induce a una visione pessimistica dello scenario economico e occupazionale non è tanto la classica “crisi”, quanto la costante e continua attesa di una nuova fase congiunturale, della quale si tracciano le possibili caratteristiche e i tanto attesi benefici, ma che, in realtà, resta soltanto una elaborazione teorica.


È, infatti, questa situazione di stallo, determinata dalla paura che il peggio debba ancora venire e soprattutto dal fatto di non voler o non sapere che cosa fare per uscire da questa “calma piatta”, a creare un clima di sfiducia e di attendismo, che blocca e condiziona qualsiasi iniziativa. Certo qualche “buona” ragione per essere così cauti oggettivamente c’è: dai venti di guerra alla situazione economica, che sta pesando sulle Borse forse più di un semplice assestamento dopo gli anni del boom; dalla instabilità politica, che si è diffusa anziché contrarsi, alla paura di un terrorismo radicalizzato e organizzato; dalla pesante situazione economica di buona parte dei Paesi sudamericani, alla difficoltà in cui versano alcune economie europee e occidentali, sono tutti fattori che incidono fortemente su qualsiasi iniziativa, tendente a ridare fiato a un mercato fiacco e tentennante.


Ovviamente, in un quadro così negativo, anche l’informatica si è dovuta fermare. E non poteva essere altrimenti, perché le imprese si sono messe tutte sulla difensiva, più per mantenere le posizioni acquisite che non per conquistarne di nuove: il che, tradotto in termini pratici, significa investire soltanto per garantire la normale attività quotidiana.


È così che si spiegano i risultati di questo terzo trimestre, relativi alle inserzioni cartacee e a quelle telematiche. Si vive alla giornata e le assunzioni avvengono solo in funzione dei progetti contingenti o inevitabili, ma niente di più.


Considerato che agosto è praticamente nullo come movimento, i risultati del terzo trimestre confermano una generale calma.


Anticipando l’analisi delle singole figure professionali, c’è da sottolineare che l’unica eccezione è rappresentata dai capi progetto/consulenti, il cui crollo peraltro conferma le considerazioni fatte in precedenza: i nuovi investimenti informatici, motore primario del settore consulenziale, non sono frutto di una politica finalizzata allo sviluppo programmato, ma, in questo momento, nascono per lo più da situazioni estemporanee e forzate, per cui l’altalena, a cui queste posizioni sono soggette, è praticamente inevitabile, soprattutto durante i mesi estivi, nei quali le emergenze sono inferiori. Per gli Edp manager (Cio), tutto secondo copione, così come per gli analisti programmatori. Qualcosa di più ci si aspettava da Internet e dalle reti/Tlc, che, nonostante tutto, sembrano essere le due nicchie meno disastrate in termini d’interesse da parte delle aziende: in queste aree, infatti, qualcosa si muove, ma certamente da sole non bastano a risollevare le sorti dell’intero comparto informatico. Oltre tutto, i progetti legati a Internet sono spesso soltanto dei “tentativi” per affacciarsi su un mercato ancora nebuloso, verso il quale si nutre ancora molta diffidenza e ritenuto comunque poco sicuro: le teoriche possibilità di sviluppo in questa direzione sono pertanto ancora lontane dal costituire un volano, capace di spingere anche l’indotto verso la tanto attesa ripresa. Su security manager e Web master meglio stendere un velo pietoso, mentre tecnici di manutenzione ed esperti di software di base si salvano dal disastro, grazie soprattutto al telematico.


Anche l’area pc è completamente ferma, sia a livello di addetti che a livello di sviluppatori e questo la dice lunga sulla frenata da parte delle aziende, anche nei confronti d’investimenti più consumistici che strutturali. La fascia commerciale e di marketing è, tutto sommato, quella che esce meglio da questo quadro negativo: non c’è dubbio che, in uno scenario così difficile, sia necessario “inventarsi qualcosa” e studiare nuove azioni per sostenere un mercato che non dà, almeno per ora, alcun segno concreto di risveglio. Un investimento su queste due figure professionali è dunque quasi obbligatorio da parte degli operatori informatici: per superare questa congiuntura negativa non si può altro che potenziare, nei limiti del possibile, la propria politica e la propria strategia commerciale.


È dunque una situazione davvero difficile quella che attualmente sta caratterizzando il mercato del lavoro, non tanto perché la crisi sia complicata, quanto perché le troppe incognite e le molteplici variabili creano una pesante atmosfera di paura e di poca fiducia nel futuro, visto più come un insieme di problemi che potrebbero venire, che non come una certezza di difficoltà da superare.


Fare previsioni oggi è impossibile. Anche le più accreditate fonti ufficiali rivedono continuamente (per ora al ribasso) le stime degli indicatori macro economici, dando l’impressione che l’unico sistema per prevedere ciò che potrebbe avvenire è quello di aspettare che si verifichi: detto in altre parole, l’atmosfera è quella di vivere alla giornata, sperando che, prima o poi, qualcosa succeda. Ovviamente in questa situazione nessuno vuole sbilanciarsi più di tanto e, siccome il mercato del lavoro è essenzialmente condizionato dall’andamento economico delle imprese, va da sé che, anche in termini occupazionali, si aspetta “qualcosa”.

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