Calabrò: la rete mobile a rischio collasso

Il presidente dell’Agcom chiede un forte intervento in infrastrutture. Il futuro presuppone l’ultra banda con capacità di trasmissione sopra i 50 Mbps. Ma bisogna evitare duplicazioni fra i carrier.

Telefonia, banda larga, intercettazioni: l’annuale relazione del Garante per le Telecomunicazioni abbraccia una varietà di tematiche, dall’analisi prettamente numerica del comparto (che lo scorso anno nonostante la crisi si è attestato al 3% del Pil, con ricavi totali per 44 miliardi di euro, in regresso del 3,3% rispetto al 2008), a una serie di riflessioni congiunturali e di proposte di stimolo.

Così, non è certo un caso che il Presidente dell’AgCom, Corrado Calabrò provi a lanciare l’allarme: “L’Italia è il secondo Paese europeo per diffusione della banda larga mobile – sostiene nella sua relazione –. Ma se non interveniamo rapidamente, con il tasso attuale di diffusione degli smartphone, la nostra rete mobile rischia il collasso”.

Affermazione senza dubbio forte e provocatoria, anche considerando l’eco che sta riscuotendo in queste prime ore su tutti i media, ma che serve a lanciare un pacchetto di stimolo per promuovere la liberazione in tempi brevi delle frequenze radio. In Italia si parla di circa 300 MHz all’asta per la larga banda. Presto, si spera.

Agenda digitale Europea
Naturalmente, la riflessione si è spostata anche alla necessità per il Paese di aderire all’Agenda digitale europea.

Obiettivo non semplice se si tien conto che ”la rete attuale presenta ormai molteplici situazioni di saturazione sia per la rete fissa che per quella mobile”.
”Il futuro continua l’analisi di Calabrò – presuppone l’ultra banda, le reti di nuova generazione in fibra ottica con capacità di trasmissione sopra i 50 Mbit/s. Ma gli stessi dati che ci vedono ai primi posti in Europa sul fronte dei prezzi dei servizi tradizionali e della concorrenza infrastrutturata, ci classificano sotto la media UE per diffusione della banda larga; siamo sotto la media anche per il numero di famiglie connesse a internet38, oltre che per la diffusione degli acquisti on-line e per il contributo dell’Ict al Pil”.

Secondo il Garante, è il momento di rimuovere le remore mentali e azzerare i balzelli digitali e, soprattutto, di pensare allo sviluppo in un’ottica di visione unitaria dell’ecosistema digitale.
Uno sviluppo del quale il Garante vuol mantenere il controllo.

Non a caso Calabrò fa riferimento ai piani presentati da Vodafone, Wind e Fastweb prima e da Telecom Italia poi cercando la puntualizzazione.

Se è vero, come è vero, che l’Agenda digitale europea prevede che almeno il 50% delle famiglie europee utilizzi un collegamento superiore ai 100 Mbps entro il 2012, ”i piani proposti portano a questo risultato?”.

L’impressione, secondo il Garante, è che le idee finora presentate offrano una visione di quello che si può fare, ma non ancora di quello che concretamente ci si impegna a fare.

Altra è dunque la strada proposta di Calabrò, che parla di ”un progetto Italia per una fiber Nation, che eviti costose duplicazioni delle infrastrutture civili e faccia fare al Paese il salto di qualità di cui ha bisogno”.

Un progetto che richiede accordi coordinati tra operatori, Amministrazioni territoriali e altri eventuali Imprenditori, sulla scorta delle esperienze già maturate nel mondo delle utility e sulla scia delle prime iniziative studiate dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Trento.

L’AgCom sottolinea dunque l’impellenza d’un piano per la fibra ottica, che sarebbe al contempo investimento per il futuro ed exit strategy dalla crisi.

La specificità dell’Italia è nella rete di piccole e medie imprese che “auspicano l’avvento del piano triennale di Sacconi”, ha detto Marco Venturi, presidente di Confesercenti. “Bisogna saper fare delle scelte e sviluppare un’agenda digitale a 3/5 anni”, ha precisato Corrado Calabrò: e parlando di scelte, su oltre centomila aziende di export, “8.100 fanno l’81% del fatturato” e quindi andrebbero meglio tutelate anche e soprattutto nel digitale.

I risparmi ottenibili con l’uso della banda larga
Calabrò ha sottolineato come secondo uno studio di Confindustria, i risparmi ottenibili nel sistema sanitario mediante l’utilizzazione della larga banda si aggirerebbero sul 10%, mentre l’ottimizzazione del controllo dei consumi e delle erogazioni porterebbe alla bolletta energetica nazionale un risparmio di circa 10 miliardi l’anno.

Per questo, è bene dotarsi di un’agenda digitale su misura, nella quale forte sia l’attenzione al quadro normativo in un’ottica di semplificazione e di agevolazioni.

Il rapporto fra Internet e media
Nella sua relazione, il Garante ha anche affrontato il rapporto tra Internet e i media, sottolineando come al calo delle vendite delle versioni cartacee dei quotidiani faccia da contraltare la crescita della consultazione e della ricerca delle notizie in rete, facilitata per altro dalla diffusione di strumenti di lettura quali e-reader, tablet o l’iPad.

Per questo il Garante auspica che nella prossima finanziaria il Governo affianchi agli incentivi per la banda larga anche un ”bonus governativo per l’abbonamento gratuito a un quotidiano on line, con il quale si raggiungerebbero due obiettivi: ”diffusione della larga banda e diffusione dei giornali”, senza dimenticare che ”diffondere i libri di testo in via elettronica comporterebbe un risparmio per le famiglie e potrebbe arricchire i libri di contenuti multimediali, suscitando l’interesse dei ragazzi”.

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