Buongiorno.it inciampa sullo spamming

La Guardia di finanza ha accusato la società quotata al Nuovo Mercato di frode informatica e violazione della privacy

La Borsa ha picchiato duro su Buongiorno.it che alle 16,55 perdeva il 7% e ha
visto durante la giornata trattare titoli per 2,5 milioni di pezzi controgli
abituali 450.000. Colpa di una indagine della Guardia di Finanza che ha visto
piombare addosso alla società quotata al Nuovo Mercato l’accusa di frode
informatica e violazione della privacy per ben 450.000 persone e ha comportato
la denuncia della società, del legale rappresentante e del
responsabile del trattamento dei dati personali.
L’operazione coordinata dal
pm milanese Gianluca Braghò, è la prima dall’entrata in vigore del nuovo Testo
unico sulla privacy. Secondo l’accusa la società che si occupa di pubblicità su
Internet e musica on line doveva gestire il database degli iscritti a una
newsletter di Fuorissimo.it. Concluso il contratto, però, Buongiorno avrebbe
continuato a inviare migliaia di e-mail pubblicitarie agli abbonati senza
chiederne il preventivo consenso.
Il sito che spedisce migliaia di
newsletter ogni giorno è inciampato così sullo spamming con un rilevante
vantaggio, secondo quanto sostiene il magistrato, visto che non ha pagato nulla
al titolare del sito Internet del quale aveva utilizzato gli abbonati.

L’inchiesta prosegue, mentre della vicenda è stato messo al corrente anche
il Garante per la protezione dei dati personali che potrebbe comminare una
sanzione amministrativa.
Anche 250 euro per ogni comunicazione non
richiesta. In un comunicato Buongiorno Vitaminic ha confermato di aver ricevuto
l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ma “nega nel modo più
assoluto di aver continuato a gestire una lista di terzi dopo la risoluzione del
contratto”. Buongiorno “si dichiara tranquilla di poter chiarire completamente
presso le autorità competenti la posizione propria e dei propri manager, che è
assolutamente corretta dal punto di vista dei rapporti contrattuali con terzi e
del rispetto della privacy”.


 


 


 


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