Bull si ricapitalizza, con l’aiuto di Parigi

Il colosso informatico francese si salva per l’ennesima volta con le proprie mani e con un sostanzioso aiuto da parte del suo governo, che rimette i debiti.

15 dicembre 2003

Gli azionisti di Bull hanno approvato un piano di ricapitalizzazione che esclude il buyout presentato da Gores Technology Group e che mantiene la società francese, con affianco il governo nazionale, su una linea divergente rispetto ai dettami della Commissione Europea.


L’offerta di Gores (di 74 milioni di euro), come ha descritto il presidente di Bull, Pierre Bonelli, è stata rigettata in quanto la linea di privatizzazione prevista rischiava di “opacizzare” il quadro complessivo delle strategie societarie.


L’assemblea degli azionisti, invece, ha deciso per una ricapitalizzazione sulla quale l’emissione di nuove azioni pesa per 44 milioni di euro, mentre il governo francese ha accettato di essere ripagato con soli 48 milioni di euro, sul totale di 490 milioni di euro del prestito stipulato lo scorso anno per il salvataggio della società.


Proprio questa operazione di soccorso amministrativo e finanziario è ciò che ha urtato la suscettibilità di Bruxelles, andando in senso contrario rispetto alle indicazioni da questa date in materia di competizione.


La remissione da parte di Parigi di praticamente il 90% del prestito, infatti, si scosta da quanto aveva, alla fine, accettato la Commissione Europea: un debito da ripianare totalmente entro giugno (ovvero, esprimendo un invito alla totale privatizzazione della società).


Nel contesto dei conti aperti da Bruxelles con la Francia, il caso di Bull si abbina a quelli di France Telecom e dell’Electricite de France.

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