Bruxelles indaga sul prezzo dei Dvd

I consumatori protestano, e la Commissione Europea apre un’inchiesta sul costo dei digital video disk

Una lettera indirizzata alle
case di produzione cinematografica made in Hollywood per domandare il perché di
una politica dei prezzi dei Dvd così penalizzante per i consumatori del Vecchio
Continente. Questa la prima mossa attuata dalla Commissione Europea per dare
voce alle proteste dei consumatori di questa parte dell’emisfero.
A
essere indagati sono soprattutto gli standard tecnologici adottati dalle case
cinematografiche americane che, mutando a seconda delle regioni, fanno sì che un
digital video disk acquistato negli Stati Uniti non sia fruibile attraverso i
lettori Dvd del nostro continente.
Una situazione questa impari, se si
considera che negli Usa i Dvd sono estremamente più economici che da noi. Solo
per citare un esempio, in Inghilterra il prezzo per un film in questo formato è
compreso tra i 18 e i 28 dollari, mentre in America si aggira intorno ai 15-25
dollari.
Alle proteste di Bruxelles, le case produttrici americane hanno
risposto che i motivi di una simile politica sono da imputare alla volontà di
rendere più semplice la fruizione delle royalty e scongiurare i rischi legati
alla pirateria. Ma a tali obiezioni la Commissione Europea ha risposto che
esiste una sottile linea che separa la protezione dei diritti intellettuali
dall’abuso di posizioni dominanti.
Una storia questa già sentita lo scorso
gennaio, quando sotto accusa erano le case discografiche statunitensi e i prezzi
adottati per i compact disk.

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