BlueArc ha un “titano” Nas/San

BlueArc lancia il Titan SiliconServer, un Nas che lavora come una San.

26 gennaio 2004

Da molto si parla di convergenza fra ambiti San e Nas, allo scopo di trarre i benefici di entrambe le metodologie di storage, abbassando, al contempo (o, quantomeno ottimizzando) i costi di gestione correlati. Lo si fa citando anche nomi di società maggiormente coinvolte nella missione, su tutti, Emc e Ibm.


Il punto di arrivo di tutte le iniziative dovrebbe far parte di un più generale percorso tendente all’utilizzo efficiente delle risorse di storage (dischi) così come sta avvenendo con la virtualizzazione dei server.


Ma uno dei più recenti e concreti (perchè palpabili) esempi su come fare, viene dalla meno conosciuta BlueArc, che ha iniziato a miscelare gli elementi si San e Nas in un unico, per quanto articolato, dispositivo, il Titan SiliconServer.


Il dispositivo, appena annunciato, è un Nas che porta con se una capacità di memoria gestibile tipica delle San.


Fino ad ora, infatti, BlueArc riuniva in un solo cabinet Tb di dati. Con il Titan punta a fare molto di più: entrare nell’ordine di grandezza dei Petabyte. Lo farebbe grazie alle capacità del clustering, riunendo 12 unità per una capacità totale del sistema di 3 Pb.


Non solo un Nas di questa capacità non si era mai visto, ma nemmeno si erano udite le sue velleità di comportarsi come una San. Merito dei chip programmabili, dicono in BlueArc, che integra sull’hardware alcuni task che solutamente sono riservati al software, come i protocolli e i servizi di rete. Ciò consente, per esempio, di aumentare la velocità di funzionamento di un database o di altre applicazioni che, similmente, utilizzano una metodologia di funzionamento a blocchi.


Il Nas/San di BlueArc ha un’architettura che consente di far oscillare la velocità di trasferimento dati fra 5 e 20 Gbps (in full duplex).


Non solo: il Titan supporta file system singoli fino a 256 Tb. Il che, da un lato dovrebbe semplificare lo storage management, dall’altro darebbe l’opportunità di gestire una singola macro-applicazione con un dispositivo residente.

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