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Blockchain sarà una soluzione anche per l’editoria

Fra i tanti settori messi in crisi dall’avanzata del digitale, l’editoria merita un posto particolare. Le copie vendute dai giornali sono calate, la pubblicità è diminuita. A parte pochi casi isolati il settore in senso globale fa fatica a uscire dal vecchio modello di business delle vendite in edicola, con pubblicità e allegati, che lo ha caratterizzato negli anni per trovare una nuova e definitiva strada nel digitale.

Secondo Mark Thompson, ceo del New York Times, al quale l’effetto Trump ha regalato un aumento del 50% di abbonati all’edizione online nel quarto trimestre del 2017 (a qualsiasi latitudine ai giornali fa bene avere un nemico), ha dichiarato che “La pubblicità è ancora un importante veicolo di ricavi, ma crediamo che la nostra attenzione deve riversarsi su una duratura e stretta relazione con gli utenti paganti e fortemente coinvolti … questo è il modo migliore per costruire un business dell’informazione sostenibile e vincente”. Questo è vero se ti chiami New York Times, meno per altre testate.

Blockchain e micropagamenti

Qualcuno ha pensato e sta ancora provando la strada dei micropagamenti: ti interessa quell’articolo e quindi compri solo quello invece che tutto il giornale. Ma è un’altra strada difficile, visto il costo delle transazioni con le carte di credito Visa o MasterCard. A questo punto secondo alcuni esperti una strada possibile è quella della blockchain.

È questa la tecnologia scelta da Civil, piattaforma giornalistica che sarà presentata a breve, che si fonda sull’architettura blockchain Ethereum.

Ethereum viene vista come alternativa a Bitcoin ma è anche una piattaforma per lo scambio di contratti protetti e criptati (smart contract) per regolare relazioni commerciali, tra cui anche quelle relative alla proprietà intellettuale e alla distribuzione di contenuti.

Così su Civil saranno attivate una trentina di newsroom gestite autonomamente da gruppi di informazione che proporranno i loro articoli che potranno essere pagati con la criptovaluta Civil (Cvl). Sono previste anche donazioni e sponsorship.

Altra soluzione è quella proposta da Snip, una startup che con blockchain ha creato un sistema distribuito in cui i giornalisti possono offrire frammenti – riassunti di notizie, articoli – e il pubblico può scegliere gli argomenti che vogliono leggere su, se sport, tecnologia, medicina, ecc. L’azienda ha costruito un sistema di verifica e ricompensa in cui gli scrittori possono guadagnare SnipCoin scrivendo articoli. Gli inserzionisti possono pagare Snipcoin per aumentare la visibilità. L’intero sistema all’interno dell’ ecosistema Snip delle notizie collega lo scrittore al lettore direttamente, eliminando il rischio di censura. I lettori possono controllare ciò che leggono e incoraggiare i giornalisti che apprezzano.

Ogni storia è limitata nel conteggio delle parole, in modo che i lettori possano ottenere informazioni rapide su una varietà di argomenti da un’unica fonte. Snip si limita a comunicare riassunti di notizie e utilizza un algoritmo di machine learning che impara le preferenze degli utenti in modo che il risultato finale sia rilevante e personalizzato.

Differente la strada scelta da Po.et dove lavora l’ex capo della ricerca del Washington Post, Jarrod Dicker che lasciato la testata di Jeff Bezos (tutt’altro che arretrata sul fronte tecnologico) per il giornalismo con la blockchain.

Po. et è una rete aperta che colma il divario tra creatori ed editori. Permette di scoprire nuovi contenuti o verificare l’autenticità delle creazioni esistenti. Tutto questo è autorizzato attraverso un sistema di attribuzione trasparente. La creazione e l’emissione di licenze “copyright” possono essere effettuate con relativa facilità.

Utilizzando la crittografia, sia gli editori sia i creatori possono automatizzare il processo di licenza senza bisogno di intermediari. I proprietari possono utilizzare un modello di licenza preesistente o creare i propri termini e condizioni a loro piacimento.

Con questo approccio basato su blockchain, le persone possono pagare una piccola tassa per utilizzare qualsiasi contenuto in licenza ospitato su Po. et. Questi pagamenti sono completamente automatizzati, il che rende la piattaforma facile da utilizzare. Vale anche la pena di notare che Po. et è flessibile e non tutti i contenuti registrati sulla blockchain devono essere condivisi pubblicamente. Si tratta di una caratteristica piuttosto interessante che certamente distingue questo progetto dal resto.

Il 2018 vedrà il lancio dell’Api Po. et publisher. Inoltre, ci sarà un plugin WordPress personalizzato che permetterà ai creatori di contenuti di pubblicare il loro lavoro. Un mercato delle licenze sarà introdotto in aprile e la funzionalità di condivisione dei ricavi sarà commercializzata in luglio. Lo strumento di portafoglio immutabile, che sarà di grande interesse per i creatori di contenuti, entrerà in vigore nel gennaio 2019 così come il supporto di ebook.

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