Bloccare Internet non è mai un’opzione

Essere contro Acta, oppure a suo favore? Viviane Reding si è schierata sopra.

«Sono contro tutti i tentativi di bloccare i siti Internet. E voglio essere chiara: la libertà di espressione e la libertà di Internet sono di importanza capitale. E l’Europa le sosterrà sempre».
L’assunto campeggia sul sito della Commissaria alla Giustizia e vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding, come sintesi di un discorso tenuto l’altroieri sul tema Acta.

Reding ha riassunto la questione ricordando che si tratta di contemperare il diritto di espressione garantito alla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue con la tutela della proprietà intellettuale, presente anch’essa nella stessa Carta.
Stiamo parlando di materia omogenea, ha insomma voluto dirci Reding, che ha aggiunto che “bloccare Internet non è mai un’opzione”.

Una posizione che la Commissaria sta tenendo da tempo, sin dal 2009, quando di trattò di discutere il pacchetto Tlc e si oppose alle soluzioni draconiane proposte dalla politica invocando la libertà di fornire Internet.

Con Acta la situazione è analoga e si tratta di essere fermi e capire le esitazioni sull’applicazione dell’accordo che si stanno facendo largo nell’opinione pubblica.
Perciò per Reding è da accogliere con favore l’intenzione di molti europarlamentari europei di chiedere alla Corte di Giustizia europea un parere dirimente sul fatto che nella finalità dell’accordo non ci sia la limitazione della libertà di espressione, e quindi la limitazione di Internet.<br<
La linea su cui Reding prosegue è importante perché pone, e non è mai superfluo ripeterlo, l’equivalenza fra libertà d’espressione e libertà del Web.
Di fatto è un proseguimento, una seconda puntata, al cui termine dovremmo avere la risposta al seguente interrogativo: a che serve avere la libertà d’accesso a Internet se non c’è quella d’utilizzo?

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