BladeCenter, il quinto eServer di Ibm

Arriva l’annuncio dei primi server blade per Big Blue e vanno ad arricchire con modelli di nuova architettura la gamma di sistemi di Big Blue. L’azienda entra così in un mercato dove Hp già sostiene di vendere 1.800 macchine al mese.

I server blade, computer molto sottili da posizionare in appositi rack verticali, iniziano a porsi all’attenzione del mercato. Ibm ha annunciato la sua soluzione eServer Blade Center, computer impilabili fino a 84 Cpu, ognuno dei quali integra due processori Intel Xeon da 2,4 GHz. La gamma, già nota con il nome in codice di Xcalibur, potrebbe evolvere in una vera e propria famiglia di prodotti da collocare sotto l’ombrello eServer. Questa linea, infatti, include oggi i server Intel-based xSeries, quelli Unix pSeries, gli ex-As/400 iSeries e i mainframe zSeries. Tutti si presentano con architetture uniche e distinte e lo stesso accade per i BladeCenter, che infatti non sono stati inseriti nella gamma xSeries, pur avendo cuore Intel.
Come già accennato, lo chassis dei nuovi sistemi è un 7U, che può ospitare fino a 14 server blade a due vie. La differenza rispetto alle configurazioni rack è che il backplane Gigabit Ethernet è integrato nello chassis e non sta all’esterno, con conseguente risparmio nell’esposizione di cavi. Il design dei BladeCenter, in aggiunta, include switch Ethernet integrati nella base, mentre per il futuro sono previste integrazioni anche per switch Fibre Channel e InfiniBand opzionali. Come per i similari modelli Powerbar bh 7800 di Hp e QuickBlade ProLiant Bl di Compaq, anche quelli di Big Blue sono, di fatto, una rete di server auto-contenuta, cosa che migliora ulteriormente il livello di integrazione nei data center.

Il BladeCenter H20 è basato sul chipset ServerWorks Grand Champion-Le, con connessioni allineate in verticale. Il modello Hs20 possono, invece, avere uno o due processori Pentium 4 Xeon (a 2 o 2,2 GHz), con 512 Kb di memoria cache L2 integrata e quattro slot di memoria, che possono supportare 256 Mb, 512 Mb e 1 Gb di Sdram Ddr Pc2100. Ogni blade ha spazio per due drive Ide Ata-100, ciascun con capacità da 40 Gb, ma velocità da soli 5400 Rpm. Esiste una scheda opzionale di espansione Scsi, che occupa lo spazio di un blade e offre altri 146,8 Gb di capacità aggiuntiva.

Ma Ibm non intende fermarsi, tant’è che già sta lavorando a un modello di server blade con quattro processori Xeon, eventualmente disponibile anche con i processori Ibm Power 4, e che integrerà diversi dischi e architettura di rete. Per il prossimo anno, dovrebbe essere esteso il supporto ai Pentium 4 Intel di nuova generazione, che sostituiranno i deludenti Foster, che hanno basse frequenze di clock e non gestiscono l’hyperthreading. Sempre per quell’epoca, dovrebbero essere disponibili anche macchine con Itanium 2, probabilmente nella futura versione Madison. In generale, comunque, i sistemi di Ibm, a detta dell’area marketing della divisione responsabile, saranno comunque molto flessibili e ogni cliente potrà richiedere le componenti più opportune. Lo dimostra la possibilità di far girare diversi ambienti operativi, da Aix a Linux, non escludendo Os/400, per venire incontro ai numerosi clienti che operano con soluzioni miste. Iprezzi italiani non sono ancora disponibili, ma, a titolo esemplificativo, uno chassis BladeCenter costa negli Usa 2.789 dollari, un Hs20 single processor 1.879 dollari, mentre per un rack completo ci vogliono 454.626 dollari.

I server blade sono destinati all’elaborazione e all’archiviazione dei database e, anche, a funzionalità di storage e backup, per le loro caratteristiche sembrano i più indicati per workgroup, intranet e Internet. La loro struttura consente di ottimizzare lo spazio e la spesa. L’architettura snella permette diverse personalizzazioni e la condivisione delle componenti, 16 blade sono in grado di usare 4 alimentatori e di condividere lo stesso lettore di Cd-Rom, garantisce un’ottimizzazione delle risorse e della potenza di calcolo. Per esempio, proprio la possibilità di montare i server in rack unici permetterebbe di risparmiare circa l’83% dei cavi.

Hp è stata la prima a presentare l’anno scorso la sua soluzione di server blade chiamata Powerbar, successivamente Compaq ha rilasciato i suoi QuickBlade, altrimenti noti come ProLiant Bl. Dopo la fusione tra i due colossi, ora è tempo di bilanci, Hp sostiene di viaggiare a una media di 1.800 server blade consegnati in un mese. Secondo i dati di Idc, Hp ha circa il 54,8% del mercato, 18 punti in più del secondo in graduatoria. Dobbiamo tener conto, però, che mancano ancora all’appello Sun e Dell.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome