Blade server Parte l’offensiva delle “lame” di primavera

C’è fermento nei server super-sottili. Merito, anche, della disponibilità di processori a 64 bit, nativi (PowerPc) o “estesi” (Opteron ed Em64t). Hp parte con un rinnovo di gamma all’insegna dello spazio ridotto, Ibm mira a introdurli anche in area mainframe. Fsc punta al midrange.

Ecco un settore di mercato, quello dei blade server, estremamente vitale, per tanti motivi: giovane tecnologia, fresche esigenze cui assolvere, interesse allo sviluppo dei prodotti su tutta la catena di fornitura, a cominciare dai processori, economie di scala a monte (sul lato produzione) e a valle (integrazione presso gli utenti). Un mercato le cui ultime cifre certe (di Idc), riferite al terzo quarter del 2003, davano Ibm in testa alla speciale classifica, con 18mila esemplari rilasciati nel trimestre, per 57 milioni di dollari di valore, davanti ad Hp, con 14mila unità per un fatturato di 54 milioni di dollari (le prime stime sulle quote annuali assegnano il 35% a Big Blue, il 31% a Hp, cui seguono Dell e Sun). Ma vuoi perché erano relative a un trimestre storicamente “debole” per l’It, vuoi perché, nel frattempo, la tecnologia di base è evoluta, possiamo pensare che per lo stesso quarter di quest’anno la massa critica possa essere decisamente più imponente. La carne al fuoco, del resto, è tanta.


A cominciare da quella messa proprio da Hp, che ha annunciato che entro il secondo trimestre rilascerà un nuovo blade server davvero super sottile, il modello Bl30p.


Basato sugli stessi processori Xeon del modello dual processor attuale, il Bl20p, il nuovo blade occuperà ancora meno spazio nei rack destinati a ospitare le “lame” server.


In tal modo, in uno spazio da 10,5 pollici potranno accomodarsi fino a 16 Bl30p bi-processore. Nello stesso spazio, quindi, più potenza elaborativa, e allo stesso costo, se non addirittura meno, rispetto al passato. Ecco le economie di scala che consentono i blade server, aiutati in ciò anche dai processori. È di questo periodo, infatti, la scelta di Hp di utilizzare nella propria offerta server anche i processori a 64 bit di Amd, gli Opteron, per far scegliere agli utenti la combinazione di prezzo/prestazioni che più si confà alle loro esigenze.


Farà altrettanto anche con i blade. Nei ProLiant “a lama”, infatti, dal secondo trimestre monterà i 64 bit di Amd e, non appena disponibili, quelli garantiti dagli Xeon “estesi” di Intel (che da qualche giorno si chiamano Em64t, ovvero, Extended memory 64 technology).



Una sfida a tre


Pronta la risposta di Big Blue, che comincia il rinnovo primaverile della collezione blade annunciando un modello inizialmente destinato al settore delle Tlc (il più sensibile all’ottimizzazione dei datacenter) ma da veicolare poi, come costume di Armonk, su tutta l’industria. Si tratta del BladeCenterT, nel quale non solo lo spazio è ulteriormente ottimizzato a beneficio delle prestazioni, ma anche le funzioni “accessorie”, come la resistenza alle alte temperature o la sopportazione di urti e fumo sono state migliorate. E la specifica destinazione per datacenter “ad alta sensibilità” (come quelli delle Tlc) lascia spazio per introdurre una futura linea strategica di Ibm: portare la logica blade in campo mainframe, cioè sugli zSeries. Anche perché siamo prossimi al rilascio delle preanunciate “lame” con processori PowerPc 970, quindi non più solo con Xeon: i blade server Js20. Prerogativa dei nuovi sistemi, oltre a quella di montare due chip a 64 bit Ppc970 a 1,6 GHz, è quella di far girare Aix, ma soprattutto Linux (e si sa il peso che ha assunto per i mainframe Ibm).


Collateralmente alle iniziative dei due big, c’è da registrare quella di Fujitsu Siemens, che proprio in questi giorni ha rilasciato un nuovo modello di fascia midrange, il Primergy Bx600, un rack da 7U a 19 pollici, che può contenere fino a dieci “lame”. Ogni blade inserito può disporre di due processori Xeon, 12 Gb di Ecc Ddr-Sdram e due dischi hot plug Ultra320 Scsi e pronto al fibre channel.

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