Big data: il tema è la gestione informazioni, non lo storage

Lo sostiene e lo spiega Rodolfo Falcone, Country Manager di CommVault Italia.

Gran parte del dibattito sui Big data si è finora focalizzato sullo storage, osserva il Country Manager di CommVault Italia Rodolfo Falcone. In passato erano in molti a ritenere che fosse solo una problematica legata all’archiviazione. Le aziende si domandavano se in futuro sarebbero state in grado di far fronte alle esigenze di storage dei dati da esse generati.

Ma sebbene la capacità sia importante – dice Falcone – il vero problema non è lo storage, ma la gestione delle informazioni.
Una strategia di gestione delle informazioni lungimirante consente alle aziende di categorizzare e analizzare i dati.

Il caso delle banche
Un buon esempio, per Falcone, può essere offerto dal settore bancario dove migliaia di transazioni vengono elaborate e archiviate ogni secondo.
Ai primordi dell’home banking si potevano visualizzare solo le transazioni più recenti sullo schermo del proprio computer.
Chi voleva dare uno sguardo a operazioni un po’ più datate, doveva fare riferimento all’estratto conto cartaceo.
Oggi diverse banche offrono la possibilità di andare ben indietro nel tempo ed effettuare ricerche approfondite.
Anche le applicazioni di home banking stanno contribuendo a semplificare la vita di chi è in cerca di qualsivoglia informazione finanziaria.
Più una banca è in grado di fornire queste informazioni specifiche relative agli utenti, più si differenzia sul mercato.

Comunque marketing
È ovvio per Falcone che si tratti di una questione di marketing piuttosto che di tecnologia.
Gli e-commerce di successo applicano gli stessi principi: utilizzano i dati relativi alle transazioni per offrire servizi, intrattenimento e per interagire coi propri clienti.
Usano dati statici e li trasformano in informazioni di valore tramite il loro riutilizzo.

Dove trovare il valore e come
Prima di tutto, quindi, si deve determinare quali dati possono offrire valore aggiunto all’azienda. Ma e ne sono molti da esaminare e trovare il tesoro può risultare complicato. Nonostante tutto, per Falcone questo è il primo step in ogni strategia di Big data.

Le aziende devono in seguito scegliere il tool di analisi appropriato per la determinazione degli andamenti dei dati, per esempio i trend sull’impatto di una specifica campagna di marketing o di customer service.
Con questi strumenti i dati vengono analizzati e le informazioni raccolte possono essere utilizzate per il miglioramento dei processi di business.

Da sempre, per Falcone, le grandi aziende non solo hanno un volume maggiore di dati da analizzare, ma anche di risorse da investire in questo processo. Questa tecnologia è tuttavia in rapida evoluzione e di conseguenza l’analisi e l’individuazione dei trend non sono più appannaggio esclusivo delle grandi aziende. Anche le organizzazioni di media grandezza possono trarre benefici da essa ottenendo vantaggi da tool user friendly adatti alle loro esigenze e dimensioni.

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