Bea dà una forma all’idea di Soa

Con il programma Enterprise Solutions, il produttore vuole creare framework di integrazione “verticali” pronti per l’uso.

Bea Systems sta cercando di vestire con carne ed ossa il proprio modello di Service oriented architecture. A tale scopo, il produttore software ha varato un’iniziativa chiamata Enterprise Solutions Program, che fornisce alla propria divisione Professional service e ai partner system integrator sia una nuova metodologia di go-to-market sia componenti di integrazione già pronti, da utilizzare all’interno di ambienti distribuiti con applicazioni composite.


Sviluppati grazie al concorso di specialisti settoriali come Documentum, Interwoven o Hyperion, questi ultimi consistono in controlli (Web Service ma anche Api Enterprise JavaBeans) che si inseriscono automaticamente all’interno del server WebLogic portendovi la logica dell’applicazione. Attualmente, l’Enterprise Solutions Program offre questo tipo di integrazione “pronta per l’uso” per le applicazioni di 12 produttori software.


Ma lo sforzo di Bea non si ferma qui, mirando, anche e soprattutto, a verticalizzarsi. Gli sforzi tecnologici sopraticati, infatti, servono per il rilascio di alcuni framework di integrazione, basati su WebLogic Platform 8.1, che contengono template di workflow e portlet preconfigurati per distinte aree funzionali in vari mercati industriali: vendite, marketing, customer ed employee service per i segmenti financial, manufacturing, retail e logistica, Tlc, government.


Tra le funzionalità offerte, un portale self service personalizzabile a disposizione dei clienti (per richiedere servizi o pagare le fatture), e un framework per l’automazione dei processi di business inerenti la tecnologia Rfid.

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