Banda larga: se lo Stato non ci crede

Dai videogiochi all’Ict, da Internet all’e-commerce: per lo Stato non son “strategici”.

Allo Iab Forum si lamentano perché il viceministro Paolo Romani, per la terza volta invitato, per la terza volta non si è presentato.
Perché stupirsi?
Si mettano in coda: la fila è lunga e riguarda soprattutto i settori che hanno a che fare con la tecnologia.

Partiamo da lontano.

I videogiochi si lamentavano di non trovare ascolto presso le istituzioni.
La scusa è bella e pronta.
A parte il fatto che i “giochini” non possono essere considerati un settore strategico (affermazione tutta da discutere), rimane il fatto che di “giochini” italiani praticamente non ne esistono.
Si tratta di multinazionali straniere che in Italia hanno solo degli uffici commerciali.
In pratica, non producete neanche un bottone, avete pochi occupati e alla fine i soldi vanno alle multinazionali.
Prego ripassare.
Inutile ricordare che in Francia lo Stato nei “giochini” ci ha messo dei soldi.

Il settore Ict.
E’ quello che avrebbe più titolo per parlare ma i risultati sono pari a zero. La differenza è che questo è il quarto settore industriale del Paese, ma ha un handicap: le aziende tecnologiche, la gran parte, non sono italiane.
E poi che è il quarto settore lo sanno in pochi.
Assinform sta cercando di lavorare su questo ma l’impresa è ardua.

D’altronde, come ha raccontato Layla Pavone, nei palazzi del potere qualcuno ha strabuzzato gli occhi quando ha sentito che 23 milioni di italiani frequentano abitualmente Internet.
E così gli 800 milioni per la banda larga sono congelati, Industria 2015 per l’Ict non c’è e la Tremonti ter non vale per l’Ict (o almeno vale pochissimo).

E poi c’è il mondo Internet.
Un mondo popolato di giovani entusiasti e pieni di speranze che più di altri forse soffre questo Paese non per giovani e non per Internet.
Sempre in Francia lo Stato tramite un apposito fondo ha investito in Dailymotion, la risposta europea a Youtube.
Da noi invece si continuano a sovvenzionare testate di carta inesistenti.

Forse è il caso di prendere definitivamente atto di questa situazione e non continuare a perdere tempo.
Sempre in Francia i negozi di ecommerce hanno organizzato un cybermonday.

Forse anche qui conviene autorganizzarsi.
Chi fa da sé….

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