Ballmer, quando il 92% non basta

Tornano, ciclicamente, le voci di una possibile sostituzione di Steve Ballmer, nel ruolo di Ceo da undici anni ormai. E potrebbero essere fondate. Numeri alla mano.

Ciclicamente tornano le voci di una caduta di consensi nei confronti di Steve Ballmer.
Da mesi si vocifera che il mandato del Ceo di Microsoft sia prossimo al termine e che sia arrivato il momento di un cambio della guardia.

Ultima, in ordine di tempo, Reuters questa mattina sottolinea come a Ballmer stia cominciando a venir meno il sostegno degli azionisti: nonostante i risultati record portati a casa nell’ultima trimestrale, il Ceo saerebbe sceso dal 95 al 92% del gradimento.
E se a un profano le percentuali sembrano comunque “bulgare”, l’agenzia ricorda che per tutti i suoi predecessori la rielezione è sempre avvenuta con oltre il 99% dei consensi.

A Ballmer non si rimproverano i risultati economici, che sono e restano soddisfacenti anche in tempi di turbolenza, ma la mancanza di una chiara visione e di una altrettanto chiara strategia verso il mondo del mobile.
La sensazione è che a Ballmer difetti, verso il mobile, quel dirompente entusiasmo che lo galvanizza su qualsiasi altro tema sotto l’ombrello Microsoft.
Il punto è che il mobile non è un “altro” rispetto all’It tradizionale, è parte integrante del nuovo paradigma.

E se è vero, come è vero, che siamo in un momento di profonda transizione, è altrettanto vero che il ruolo di traghettatore potrebbe non toccare a Ballmer.
Resta da capire se il ruolo toccherà a un interno o se Microsoft questa volta guarderà con attenzione al mercato.

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