Avvenire cupo per World Online

A dispetto di una massiccia campagna pubblicitaria recente (con Chritopher Reeve, l’ex Superman a magnificare, in lingua inglese, la "libertà di movimento"), World Online naviga in acque piuttosto tormentate. Il presidente della societ …

A dispetto di una massiccia campagna pubblicitaria recente (con
Chritopher Reeve, l’ex Superman a magnificare, in lingua inglese, la
"libertà di movimento"), World Online naviga in acque
piuttosto tormentate. Il presidente della società se n’è andato prima
che la nave affondi, il titolo in Borsa è in caduta libera e gli
azionisti sono sul punto di ricorrere al tribunale. L’ultimo episodio
negativo è la rivelazione, da parte dell’edizione on line del
Financial Times, che sarebbero state le stesse banche che hanno
supportato l’introduzione in Borsa dell’Internet service provider
olandese a costringere alle dimissioni il presidente, Nina Brink. Si
fanno anche i nomi, Abn Amro Rotschild e Goldman Sachs, che sperano
così di riguadagnare la fiducia dei mercati, dopo una "passione"
durata tre settimane.
Tutto risale, infatti, al 17 marzo scorso, allorché World Online,
preceduta da una fama di stella emergente della net economy, entra in
Borsa con un prezzo di 43 euro per azione. Ma le rivelazioni della
stampa olandese, che hanno messo in discussione il comportamento del
presidente e fondatore della società, si sono aggiunte a
un’accoglienza comunque fredda degli investitori. Così, Nina Brink ha
dovuto ammettere che, per ragioni "personali e familiari",
alla fine del 1999 si è vista costretta a liberarsi di una parte del
proprio capitale, cedendolo al fondo d’investimento americano
Baystar, peraltro al prezzo di 6 euro per azione, cioè assai meno del
prezzo fissato per l’ingresso in Borsa. Naturalmente, già nel primo
giorno di contrattazione questi titoli sono stati venduti. A questo
punto, i dubbi sono diversi: Nina Brink ha da tempo una scarsa
fiducia nel futuro della sua azienda? Oppure è direttamente coinvolta
nella Baystar? E perché tutto si è saputo dopo la quotazione? Il
risultato è stato il dimezzamento del valore del titolo in poco
tempo, con numerosi investitori che stanno minacciando azioni
giudiziarie contro Abn Amro Rotschild e Goldman Sachs (che non
sembran o del tutto innocenti, in quest’affare). Pressata da questo
"e-scandalo", la Brink ha optato per il silenzio, ma c’=E7 chi pensa
che una vendita integrale della società potrebbe consentirle
un’uscita di scena senza altre complicazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome