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Proteggeremo le auto connesse con i dati

Per quanto siano ancora tante le sfide da superare, la tecnologia a bordo delle auto fa sempre più la parte del supereroe, legandosi alla crescente sicurezza dei veicoli e degli automobilisti e contribuendo a mettere in pratica nuovi approcci per la protezione delle vite umane.

Bisogna inoltre considerare che le più recenti tecnologie di bordo possiedono poteri da supereroi, come la visione al buio, la capacità di rilevare gli oggetti davanti e dietro agli angoli e sensori in grado di anticipare e reagire alle situazioni con la velocità della luce.

Mentre le case automobilistiche lavorano fianco a fianco per sviluppare e testare modelli, c’è un focus nell’intero settore sulle tecnologie di assistenza alla guida e sul ruolo fondamentale che svolgono nell’ecosistema della sicurezza dell’auto connessa.

Ma chi può proteggere l’auto connessa? Abbiamo rivolto la domanda a William Shogren, Senior Director, Advanced Driver Assistance System, Engineering R&D di Harman International.

Esistono numerosi facilitatori e infrastrutture con indicatori di miglia ancora da mettere su strada per la guida autonoma, ha spiegato: DRSC (Dedicated Short-Range Communication), LTE e le tecnologie 5G sono ancora in fase di roll out e gli standard da adottare non sono ancora stati definiti.

Inizialmente, dice Shogren i nostri veicoli si comporteranno come spugne, raccogliendo informazioni sulle condizioni di guida.

Poi, quando i veicoli diventeranno centri connessi di informazioni grazie alla comunicazione Vehicle-to-Vehicle (V2V) e Vehicle-to-Infrastructure (V2I), saranno completamente in grado di comunicare tra loro e con l’esterno per inviare avvisi ad automobilisti e veicoli.

Questo tipo di integrazione e comunicazione, per esempio, può fornire informazioni su semafori, incroci ciechi, segnaletica e condizioni stradali per avvisare gli automobilisti dei pericoli che non si possono vedere.

Un altro esempio concreto delle possibilità del V2V è la capacità dell’auto di raccogliere informazioni sulla segnaletica e inviarle al cloud. Il server su cloud aggrega poi i dati calcolati da vari veicoli e diffonde le informazioni che ne derivano agli altri veicoli che si trovano in strada, consentendo quindi agli automobilisti di trarre beneficio dalla raccolta dei dati.

Questo tipo di tecnologia è un complemento ottimale per gli Advanced Driver Assistance Systems (ADAS), che insieme possono migliorare sensibilmente la sicurezza avvisando gli automobilisti di condizioni potenzialmente pericolose.

Per esempio, un veicolo che incontri ghiaccio sulla strada può condividere le informazioni sulle condizioni stradali del punto in cui si trova con le altre auto. A loro volta, i veicoli che si stanno avvicinando all’area segnalata hanno quindi la possibilità di attivare la funzione di controllo di trazione per muoversi in tutta sicurezza anche in condizioni invernali.

Oggi le soluzioni ADAS sono già disponibili sulla maggior parte delle auto, tuttavia le case automobilistiche si trovano a dover affrontare la sfida di comprendere l’efficienza e l’efficacia della tecnologia.

I nuovi sviluppi data driven stanno aiutando i costruttori ad individuare meglio le mancanze del sistema e a correggerli. Un automobilista può infatti dover intervenire in una situazione in cui il cruise control adattivo dell’auto non rilevi la presenza di un veicolo fermo senza adeguare la velocità di conseguenza.

Grazie alle soluzioni data-driven, in grado di raccogliere i dati di utilizzo di miliardi di chilometri nel mondo reale, l’auto può apprendere dalle reazioni dell’automobilista le informazioni relative al ritardo nel rilevamento del veicolo e nel rispondere, caricarle sul cloud in modo che la situazione sia ulteriormente analizzata e capire come eliminare la necessità di intervento da parte dell’uomo. Questo tipo di approccio data-driven rende possibile un vero e proprio sistema di apprendimento e, quindi, un veicolo più sicuro e affidabile.

Navigazione aumentata per la sicurezza

I produttori di auto sono per natura concentrati sulla sicurezza degli automobilisti. Un esempio in cui Harman collabora con gli OEM, spiega Shogren, è il settore della navigazione aumentata: si tratta di un approccio all’avanguardia in cui una videocamera mostra una strada reale, integrata con una visione in realtà aumentata dei nomi delle vie, delle strutture per parcheggiare e dei segnali stradali sul display del veicolo.

Grazie a questa offerta l’auto è in grado di unire ai video in tempo reale ulteriori indicazioni per migliorare l’esperienza di guida, portando ad esempio l’attenzione su un parcheggio coperto quando si è raggiunta una destinazione in città, ma non si riesce a trovare posto in strada.

Il settore si sta muovendo per affrontare le sfide dell’affidabilità e della sicurezza degli automobilisti, per far avanzare lo sviluppo e la realizzazione dell’auto connessa: come accade a tutti i supereroi, ci sono sfide da affrontare e cattivi da sconfiggere.

La capacità di monitorare e imparare costantemente dai potenziali rischi alla sicurezza sarà la chiave della soluzione. Le tecnologie data driven abiliteranno funzionalità di sicurezza delle auto connesse con potenti capacità V2V e veicoli completamente autonomi.

 

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