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Auto autonome come soluzione per gli anziani

Le comunità di pensionati americani, con le loro strade fortemente controllate, possono essere un terreno ideale per i test delle auto autonome. Come accade al Golf and Country Club di The Villages, una comunità di pensionati nei pressi di San Jose in California di circa quattromila residenti con un’età media di 76 anni.

A The Villages ci sono 15 miglia di strade dove la startup Vojage sta effettuando test con i veicoli autonomi grazie anche alla mancanza di molti ostacoli. Il limite di velocità è di 25 miglia l’ora per ridurre il rischio. E visto che si tratta di proprietà privata, l’azienda non deve sottostare a norme particolari e ottenere permessi.

Per ora, l’azienda sta limitando le corse a due auto senza conducente (è in arrivo una terza) riservando il tragitto a un loop di due miglia. Una persona rimane nel sedile del conducente nel caso in cui qualcosa vada male.

L’obiettivo è che qualsiasi residente di The Village sia in grado di chiamare una delle vetture di Voyage tramite un’applicazione per smartphone per un servizio gratuito di porta a porta.

Intanto, Waymo, società di auto autonome della società madre di Google, Alphabet, ha avviato un programma di corse a Phoenix con diverse centinaia di automobili.

Uber sta invece testando il servizio in più di duecento auto con passeggeri reali in Arizona e Pittsburgh
Voyage è stato costituita quest’anno dopo che un’altra società Udacity si era posta l’obiettivo di percorrere un tragitto di 32 miglia con auto autonome. Dopo cinque mesi di fallimenti l’obiettivo è stato raggiunto e costituita Voyage per approfondire il progetto,

La società ha raccolto 5,6 milioni di dollari dagli investitori grazie anche alla presenza di Sebastian Thrun, fondatore del progetto auto autonome di Google e pioniere nella ricerca dei veicoli autonomi, che è diventato presidente di Voyage.

Lo scorso anno a The Villages avevano condotto un’indagine su quali servizi i residenti volevano vedere nei prossimi 15 anni. Tra le risposte principali: auto autonome e servizio navetta.

Quattro anni fa era stata presa in considerazione l’idea della navetta ma era troppo costoso avere un pilota a tempo pieno per questo sono state scelte le auto autonome. Inoltre il il servizio medico soffre di carenza di conducenti volontari per portare le persone agli appuntamenti e questo spinge i residenti a continuare a guidare anche quando non dovrebbero.

Un altro problema che potrebbe essere risolto dalle auto autonome è la mancanza di parcheggio. Ma quello che sembrava un business ha subito un duro colpo di arresto con i problemi assicurativi.

Lo Stato della California richiede che i veicoli autonomi dispongano di cinque milioni di dollari di copertura. Alla fine però la comunità è riuscita a trovare un broker che gli permettesse, essendo una comunità privata, di non sborsare tutti questi soldi. L’assicuratore, Munich Re, aveva però una richiesta insolita: voleva tutti i dati prodotti dalle auto. Poiché questo è un nuovo campo, anche gli assicuratori hanno voluto capire i rischi potenziali delle autovetture. Voyage ha accettato di consegnare i dati non identificabili del sensore.

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