Aumenta la fame di analytics

La Business intelligence è una necessità, perché fa guardare avanti.

Diversi fatti accaduti e varie opinioni espresse nell’ultimo periodo ci fanno giungere alla conclusione che ci sia nel mondo business, a tutti i livelli, una grande fame di analytics, intesa come insieme di tecnologie e soluzioni per interpretare i dati.

I fatti sono le acquisizioni: due nel giro di una settimana, da parte di Ibm (OpenPages prima, Netezza poi) sull’argomento.

I fatti sono anche le soluzioni, come quelle di Oracle, che, chiuso da poco il proprio consesso annuale ha restituito importanza al network potente e capace di tradurre i workload analitici in opportunità di business.

Le opinioni sono quelle espresse da quei 70 Cio di grandi aziende italiane, che hanno indicato, nel contesto dell’indagine di NetConsulting sul loro stato d’animo e dell’arte, una grande preferenza verso le soluzioni di intelligence, laddove si tratti di investire risorse, anche in tempi di ristrettezze economiche.

E le opinioni sono anche quelle di vari fornitori di tecnologia da noi sentiti nell’ultimo periodo che hanno espresso, con una varietà di forme, linguaggi e argomenti, sostanzialmente un concetto: c’è un bisogno di conoscenza su tutti i fronti (offerta e domanda). E c’è bisogno di tecnologia che la abiliti.

Non è una novità. Lo è esprimerne in questo momento storico il bisogno, con azioni e proposte, che fanno da viatico all’investimento di risorse.
Una strada quasi obbligata, quella della Business intelligence, che dà modo a chi l’ha già imboccata di sentirsi forte.
Ma non è mai troppo tardi per investire in tecnologie che producono conoscenza.

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