Lavorano nel crowdsearching, prediligono flessibilità e anonimato e chiedono salari adeguati. Ecco chi sono e come svolgono la loro attività di Human Intelligence Task secondo i ricercatori Xerox, che hanno cercato di analizzare il fenomeno.
In tema di supporto dei computer al lavoro cooperativo e social computing un fenomeno sembra emergere sugli altri ed è quello dei cosiddetti “turker”.
Con questo termine si identificano, infatti, individui che svolgono attività che i computer non sanno (ancora?) eseguire, come identificare e riconoscere i dettagli di un’immagine.
Il caso portato all’attenzione è quello di enti pubblici interessati a quantificare, ad esempio, il numero dei parchimetri coperti da graffiti ricorrendo all’ingaggio dei turker in grado di effettuare una ricerca online attraverso migliaia di fotografie, per poi taggare solo i parchimetri che andranno ripuliti.
Una vera e propria attività di Human Intelligence Task progettata, gestita e controllata mantenendo un profilo quasi invisibile.
Se ne sono interessati alcuni scienziati del Centro di ricerca Xerox di Grenoble e ricercatori della Nottingham University Xerox che, intenti a definire meglio il fenomeno, in occasione della conferenza dell’Association for Computing Machinery, svoltasi recentemente a Baltimora, nello Stato americano del Maryland, hanno portato all’attenzione una serie di evidenze.
La prima è che, per i turker, le relazioni sono fondamentali.
Seppur prediligano l’anonimato e la flessibilità, questi individui non rinunciano, infatti, a rapporti di lavoro definiti “rispettabili” e professionalmente corretti chiedendo salari adeguati, onestà nella valutazione del proprio lavoro e pagamenti puntuali.
Non a caso, i membri della Amazon Mechanical Turk (Amt) vedono l’attività di turking come un vero e proprio lavoro e sono motivati principalmente dal potenziale guadagno.
Tuttavia, lo stipendio mediamente più alto di un turker non supera i 12mila euro annui spronando i neofiti a mantenere un low profile avvalorato dalla richiesta di salari minimi, che vanno aumentando al crescere di reputazione e numero di contatti.
Il punto dolente, semmai, è che molti turker scelgono di far parte della Amazon Mechanical Turk perché non riescono a trovare un lavoro che sia regolare evidenziando nell’attività di turking la sola fonte di guadagno.
- Google acquista nell’intelligenza artificiale
- Cisco: IoE vuol dire mettere intelligenza dove serve
- Alla ricerca di forme di intelligenza in un tweet
- Il mostro virtualizzazione si doma con l’intelligenza del software
- Automotive, il vero motore è nell’intelligenza
- Alle aziende serve più intelligenza It
- I Cio devono sviluppare più “intelligenza” nelle aziende
- Xerox, intelligenza per i contenuti