Atteso da sfide importanti il merge Hp-Compaq

Secondo quanto ammesso dal Ceo della nuova realtà, Carly Fiorina, il lavoro di integrazione sarà complesso e delicato. Critiche le aree dei servizi, del software e dello storage. Destinato a sparire il marchio Compaq.

Dalla fusione tra Hewlett-Packard e Compaq nasce un gigante dell’informatica in grado di contendere ad armi pari la leadership assoluta di Ibm. L’operazione, del valore di 25 miliardi di dollari, porterà, infatti, alla nascita di una “nuova” Hp, che pottrà contare su un giro d’affari cumulato di 87 miliardi di dollari e su un organico di 145mila persone in 160 paesi nel mondo. Il successo dell’acquisizione, come ha confermato Carly Fiorina, Ceo della nuova entità, sta tutto nel processo di integrazione, che sarà complesso e probabilmente non breve. L’artefice primaria dell’operazione ha dichiarato che sarà d’aiuto il fatto che entrambe le aziende hanno un’organizzazione similare e forze commerciali complementari. Nonostante la relativa sorpresa dell’annuncio, Hp e Compaq hanno certamente studiato quale organizzazione dare al merge, tant’è che è già stato reso noto che ci saranno quattro grandi divisioni operative, dedicate( rispettivamente alle stampanti, ai client d’accesso (soprattutto pc), alle infrastrutture It (server, storage e software) e ai servizi. Su questi ultimi due fronti, per ammissione della stessa Fiorina, ci sarà da fare molto lavoro, ma c’è già un obiettivo delineato, ovvero il risparmio di 2,5 miliardi di dollari di costi entro un paio d’anni (il primo esercizio fiscale in comune sarà nel 2003).
La nuova società deriverà circa un terzo del proprio business dai personal computer, ovvero un settore di recente messo sotto pressione da un calo di vendite e una forte riduzione dei margini. Stando alle prime dichiarazioni, sembra che qui sia stata già concordata una politica di integrazione dei rispettivi prodotti, che porterà a conservare la linea consumer di Hp (i Pavilion) e quella professionale di Compaq. La combinazione creerà sulla carta il più forte produttore del settore, con una quota del 19%, contro il 13% dell’attuale leader Dell.
Ancora meglio, sotto questo profilo, vanno le cose per i server, dove Hp-Compaq deterrà il 37% del mercato, più del doppio di Dell. Qui, tuttavia, l’integrazione tecnologica appare più controversa, soprattutto nell’area Unix, dove entrambe le aziende dispongono di una gamma di prodotti articolata, con differenti scelte nei sistemi operativi (proprietari), nelle architetture e in alcune tecnologie interne. Altrettanto delicata appare la situazione nel campo dei servizi, che pure oggi genera un business congiunto del valore di 15 miliardi di dollari. Sia Hp che Compaq hanno sempre ammesso la necessità di rafforzarsi su questo fronte, fallendo però nei rispettivi tentativi di acquisire realtà significative (PriceWaterhouseCoopers per la prima, Proxicom per la seconda). In tutti i casi, è destinato a scomparire il marchio Compaq, dopo circa vent’anni di storia, in buona parte trascorsi in continua ascesa.
L’operazione dovrà ovviamente passare al vaglio delle autorità competenti in materia di antitrust. Se dagli Usa, tuttavia, sembrano giungere segnali di relativa tranquillità per Hp, l’Europa pare invece intenzionata a investigare con cura gli effetti sul mercato continentale, secondo quanto ha fatto sapere la portavoce, Amelia Torres.

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