Astrazione per tutti i gusti

La virtualizzazione consente, nonostante i limiti dello spazio fisico a disposizione, di mettere in funzione server in pochi secondi, replicare funzionalità e muovere nodi da una parte all’altra della rete aziendale. C’è ancora parecchia confusione int …

La virtualizzazione consente, nonostante i limiti dello spazio fisico a disposizione, di mettere in funzione server in pochi secondi, replicare funzionalità e muovere nodi da una parte all’altra della rete aziendale. C’è ancora parecchia confusione intorno a quello che sembrerebbe il concetto, all’apparenza banale, della condivisione delle risorse It. Esistono, infatti, diverse tipologie di astrazione. Ecco quelle che Gartner giudica come più rilevanti:

Virtualizzazione dell’I/O: si tratta di una metodologia che consente di utilizzare una singola connessione fisica a un singolo server per garantire una molteplicità di connessioni alla rete o all’Input/Output, supportando diversi protocolli di comunicazione sulla stessa macchina. Questa tecnologia trova applicazione concreta all’interno dei server blade che, in un’unica connessione allo chassis, sono in grado di fornire simultaneamente connettività Internet (Ip), Fibre Channel (Fc), InfiniBand o Internet Scsi (iScsi), riducendo il numero di porte Ethernet rispetto ai server tradizionali. Questo permette di semplificare considerevolmente gli ambienti Ced, razionalizzandoli e risparmiando sui costi di cablaggio e gestione.

Virtual machine (hypervisor): questo approccio permette di creare e gestire simultaneamente, su un singolo server fisico, diverse istanze al sistema operativo, senza utilizzare un host generico per l’accesso primario all’hardware, ma semplicemente frazionando e riallocando le risorse. Si tratta di una tecnologia il cui utilizzo è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni. Permette di ridurre considerevolmente i costi, attraverso il consolidamento dei server e il miglior sfruttamento dell’hardware presente in casa. Si tratta della soluzione ideale per implementare su ampia scala il disaster recovery e ridurre i costi di amministrazione dei server. Nel lungo termine, potrà essere utilizzata anche come base per procedure avanzate, quali la fatturazione dei consumi delle risorse server e storage o la gestione dei fermi pianificati.

Virtualizzazione multihost (virtualizzazione server o riallocazione di macchine virtuali): sarà la tecnologia disponibile nativamente sulla maggior parte delle infrastrutture server x86 entro i prossimi 5 anni. Questo approccio permette di riposizionare dinamicamente una macchina virtuale, corrispondente a un pool di risorse server condivise, senza che questo abbia alcun impatto sulle performance delle applicazioni interessate (ovvero in modo trasparente) e senza che si debba procedere a riavviare il server (a caldo). I benefici principali di questa modalità sono il miglior sfruttamento della capacità dell’hardware installato, la riduzione dei downtime pianificati e, soprattutto, una miglior scalabilità dei data center a fronte dell’incremento delle applicazioni utilizzate. Anche la gestione delle macchine risulta, in linea teorica, semplificata, con il passaggio da un’ottica di presidio delle singole applicazioni a un orizzonte di tipo infrastrutturale.

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