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Assolombarda e Unicredit insieme per Industry 4.0

Traghettare le aziende lombarde al mondo Industry 4.0. È questo l’obiettivo della partnership siglata tra Unicredit e Assolombarda.

Il progetto mira ad affiancare le aziende di Milano, Monza e Brianza, e Lodi sull’opportunità di intraprendere programmi di investimento volti alla trasformazione digitale e tecnologica.

Il ruolo delle imprese lombarde è fondamentale. La regione vale infatti 22% del Pil nazionale, il 27% dell’export e il 21% degli investimenti fissi lordi italiani.

Tre fasi per l’Industry 4.0

La partnership “competitività e crescita” per aiutare lo sviluppo dell’Industry 4.0, che durerà per tutto il 2018, si articola attraverso una valutazione preliminare tecnologica che permette, una volta definito il progetto di investimento dell’impresa, di effettuare una prevalutazione gratuita (per le imprese associate o in corso di associazione) della coerenza degli investimenti con l’iperammortamento messo a disposizione dal Piano Nazionale Industria 4.0.

Gianni Franco Papa, Direttore Generale di UniCredit e Carlo Ferro, Vicepresidente di Assolombarda con delega alle Politiche industriali e Fisco

Poi c’è la valutazione preliminare di sostenibilità finanziaria dell’investimento attraverso la quale, UniCredit e Assolombarda supportano le imprese con il servizio Bancopass, sottoscritto nell’ambito dell’Accordo “Modello di presentazione aziendale” del 2012.

Infine, è il momento delle soluzioni finanziarie dove la banca valuta le richieste di finanziamento coerenti con le finalità di trasformazione digitale e investimenti Industria 4.0 e si rende disponibile a finanziarle, sino al 100% dell’investimento, attraverso credito chirografario di durata massima 84 mesi (incluso massimo 24 mesi di preammortamento). L’accordo prevede anche la possibilità di finanziare i costi relativi a consulenze e perizie.

L’accordo si aggiunge al piano Calenda, uno dei provvedimenti più apprezzati del governo Renzi. Grazie agli incentivi il mercato interno italiano è diventato molto appetibile per i costruttori di robot. I dati del settore per il trimestre gennaio-marzo hanno visto una crescita del 13% con un mercato interno che potrebbe arrivare a 2,8 miliardi di euro.

In generale tutto il mondo dei macchinari si sta muovendo anche perché il ritardo nei confronti della Germania sul fronte del 4.0 viene calcolato in cinque anni. Il laboratorio Rise dell’università di Brescia ha avviato la seconda edizione della sua ricerca che ha indagato lo stato di 105 imprese manifatturiere di settori e dimensioni differenti.

Secondo lo studio il cloud manufacturing è la tecnologia più adottata davanti a realtà virtuale, robotica collaborativa, analisi dei big data, stampa 3D e Internet delle cose. Ma il problema sono sempre loro, le Pmi, che non hanno ancora completato il processo di informatizzazione precedente.

E se non c’è quello è difficile passare al 4.0 che prevede l’impiego di tecnologie differenti. Solo il 5% delle aziende interpellate ha adottato un piano di innovazione e utilizza almeno quattro tecnologie e più del 50% non si è ancora mossa.

Tra queste la maggioranza è formata da Pmi in molti casi convinte che l’Industry 4.0 sia roba da grandi. E molte non riescono a muoversi a causa della mancanza di competenze.

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