Assinform: l’emergenza IT non è ancora finita

Nel primo semestre dell’anno l’informatica è ancora in calo del 2,5%, dopo il profondo rosso del 2009. Soffrono i servizi e l’assistenza tecnica, mentre i PC danno segnali di risveglio.

Anche a volerli cercare, si fa fatica a trovare segnali di ottimismo negli ultimi dati sull’andamento del mercato Ict in Italia nei primi sei mesi dell’anno, così come anticipati questa mattina in Assinform dal presidente dell’associazione Paolo Angelucci e da Giancarlo Capitani di Netconsulting.

A meno di cercare qualche segnale di incoraggiamento in quel calo meno marcato di quanto inizialmente previsto e in ogni caso più contenuto dopo l’horribilis 2009.

In effetti, questo va detto, se nel primo semestre 2009 il mercato dell’It in Italia aveva messo a segno un -9% a 9.142 milioni di euro, il primo semestre di questo 2010 vede il calo contenuto a un -2,5% a 8.918 milioni.

Tuttavia è difficile trarne un roseo auspicio, anche evidenziando come le previsioni iniziali davano il calo assestato al -3.1%: rispetto 10.049 milioni di euro del primo semestre del 2008 manca all’appello oltre 1 miliardo di euro.

In questo scenario, soffrono i servizi (-3,7%) e l’assistenza tecnica (-3,2%), mentre software e servizi mantengono il calo nell’ordine dell’1% grazie soprattutto ai cicli di rinnovo legati all’introduzione dinuove piattaforme operative.

Concretamente, per l’hardware si parla di -1,1% a 2.435 milioni di euro, con cali importanti sui fronti mainframe e midrange Unix, compensati dai personal computer che crescono del 12,9% a 3.587.600 unità.

Inutile dire che la mobility si aggiudica la fetta più grande della torta, con quasi 2.500.000 unità, anche se l’area desktop, grazie ai cicli di rinnovo nel mondo business mette a segno un buon +13,4% in termini unitari.

Crescono del 21% gli acquisti da parte dell’utenza consumer, che oggi si aggiudica 938.000 macchine, mentre il comparto imprese rileva le restanti 2.649.600 unità, in questo caso con un incremento anno su anno pari al 10,3%.

Va detto che anche questo dato non è di per sé incoraggiante.
La maggior parte degli acquisti registrati sul mercato business sono stati generati sul segmento delle medie e grandi imprese e dalla PA: le piccole imprese sono rimaste ferme, evitando investimenti in innovazione tecnologica.

Per quanto riguarda invece il software, si parla di un comparto che vale 1.931 milioni di euro (erano 2.038 nel primo semestre del 2008), 1.129 dei quali ad appannaggio del software applicativo. I cali sono nell’ordine dell’1%, tranne per il middleware, che grazie ai processi di rinnovo infrastrutturale si ferma a un -0,4%.

Decisamente più seria è la situazione del comparto servizi, che mette a segno un -3,7% a 4.215 milioni di euro. Pesanti le contrazioni (superiori al 6%) nell’area elaborazione e formazione, mentre più contenuto è il calo dell’outsourcing, che si attesta a un -1,3% a 1.328 milioni di euro. È forse l’unico segnale incoraggiante in uno scenario particolarmente negativo, influenzato anche dal continuo downpricing delle tariffe professionali, che crea una situazione di evidenti squilibri sia interni al sistema Italia, sia nell’ambito dell’intero scenario europeo.

Penalizzati, in questo contesto, sono soprattutto i piccoli vendor e i piccoli operatori locali, che svolgono servizi di installazione e di gestione: in questo caso si parla di una ridistribuzione verso l’alto del quote, che non li vede certo protagonisti.

Resta il fronte delle telecomunicazioni, che rispetto al primo semestre 2009 mettono a segno un -2,3% a 20.710 milioni di euro. Anche in questo caso, rispetto al pari periodo del 2008 l’ammanco è di oltre 1 miliardo di euro.

Al calo strutturale del fisso, che oggi vale 9.410 milioni, si aggiunge un calo del mobile guidato in questo caso dalla riduzione delle tariffe professionali da parte dei carrier.

Ed è importante sottolineare come in realtà il valore non rispecchi di fatto il consumo, se è vero, come ha ricordato qualche settimana fa il presidente dell’AgCom, che dai 104 miliardi di minuti di conversazioni su traffico mobile del 2008, si è passati ai 114 miliardi del 2009.

Crescono, ma questo è un dato atteso, i Vas mobili, che oggi valgono 2.720 milioni di euro, grazie soprattutto alla banda larga mobile. Una crescita del 6,9% in termini percentuali, che va a compensare il calo del 6,2% nei tradizionali servizi di telefonia fissa.

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