Artix 3.0: un ponte gettato tra i middleware in alternativa allo sviluppo “ad hoc”

Tra le novità più rilevanti della nuova release, una migliore estensibilità del message bus.

Artix 3.0 rappresenta, per la casa irlandese, l’alternativa più economica allo sviluppo personalizzato di componenti in grado di collegare tutto il middleware presente in azienda. Il framework, che prima faceva capo a diverse soluzioni, è oggi divenuto a pieno titolo un unico prodotto. Si tratta di una soluzione standard e disaccoppiata, che integra diversi sistemi eterogenei e che, nel caso, riesce a sfruttare anche i benefici tipici delle architetture di servizio come Soa. L’idea è di fornire agli utenti un modo economico per estendere il proprio layer di traduzione. Questo può avvenire decidendo di far migrare il backend verso il Web, esponendo le applicazioni come servizi, oppure connettendo i diversi middleware bypassando i servizi. Artix si propone come alternativa economica allo sviluppo personalizzato dei diversi connettori e mette a disposizione dell’utente plugin testati per le più diffuse piattaforme, quali .Net, Java e il Corba proprietario. Tra le novità più rilevanti di questa release, una migliore estensibilità del message bus, che potrà essere installato "a caldo", ovvero senza che si rendano necessari costosi fermi macchina. Anche la copertura delle piattaforme risulta ampliata, con l’inclusione di Visual Studio di Microsoft e Ibm Eclipse. La stretta integrazione con queste interfacce di sviluppo offre una buona base per costruire architetture orientate ai servizi di classe enterprise. L’ultima versione vede anche il miglioramento della gestione della qualità, grazie all’inclusione della certificazione X509, al client failover attivo/attivo, all’integrazione con Tivoli e Ca-Wsdm, al supporto delle specifiche Ws Atomic Transaction e di Uddi (Universal description discovery and integration).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome