Are you infected or not?

Contro l’incedere del malware Panda Security lancia una campagna per educare gli utilizzatori della Rete


Sicuri, ma non troppo. Pensate a casa vostra. Immaginatela sicura e protetta da quello che presumete essere il miglior sistema d’allarme sul mercato. Scoprire che i ladri sono al suo interno e operano indisturbati, senza che nessuno se ne accorga, non dev’essere piacevole.


La pensa così anche Panda Security che, condotto uno studio attraverso i propri laboratori su un campione di oltre un milione e mezzo di utenti – sia di tipo end user, che enterprise -, ha presentato www.infectedornot.com.


Un sito al quale collegarsi per effettuare in maniera del tutto gratuita la scansione del proprio computer e del proprio network.


Già, perché (benché dotati di soluzioni di sicurezza aggiornate) il 72% delle imprese e il 23% degli home user facenti parte del campione esaminato dai PandaLabs, sono risultati infetti da malware. “L’evoluzione del fenomeno è sotto gli occhi di tutti – ha sottolineato Luis Corrons, direttore dei PandaLabs durante una convention organizzata di recente a Barcellona –. Dal 2003 a oggi la diffusione dei trojan è stata guidata da un’unica spinta: carpire informazioni sensibili dai pc a scopo di lucro. Sono finiti i tempi in cui chi lanciava gli attacchi via Web lo faceva in modo eclatante per balzare agli onori della cronaca“.


Se si considera poi, che oggi è persino possibile configurare la tipologia di infezione, a seconda della Nazione che si vuole colpire, la spinta a correre ai ripari (almeno da parte dei vendor) si fa pressante. La risposta di Panda, sulla scia delle tecnologie basate su Intelligenza Collettiva, è un sistema che va oltre l’antimalware tradizionale. “Quello che presentiamo – ha affermato Iñaki Urkzay, chief technology officer della società – è un modello che non considera più i singoli computer come macchine separate. Al contrario, agisce attraverso tre passaggi distinti, che vanno dall’osservare raccogliendo informazioni al decidere correlando le stesse, fino all’agire attraverso un sistema di risposta automatico”.
Un modello, quest’ultimo, che ha permesso all’azienda di classificare oltre 11 milioni di malware provenienti da quattro milioni di pc supervisionati.


“Abbiamo analizzato oltre 100 milioni di programmi svelando più di 340 milioni di evidenze correlate – ha continuato Urkzay –. In questo modo, il 94,4% dei malware monitorati sono stati rilevati grazie alla tecnologia basata su Intelligenza Collettiva che permea le nostre soluzioni. La stessa che agisce per fasi: attraverso strumenti come NanoScan & TotalScan Malware Radar 2.0 (destinato all’utenza aziendale) si raccolgono e analizzano i virus rilevati. Nella fase successiva i dati vengono inviati ai server della rete e successivamente ai server centralizzati. Nella terza fase è, infine, prevista quella che viene definita “real time security as a service”, perché crediamo che le soluzioni malware del futuro saranno sempre più veicolate in modalità Saas.


Il risultato è ActiveScan 2.0, non un nuovo prodotto, ma un servizio che permette a chiunque si colleghi al sito www.infectedornot.com di analizzare, rilevare ed eliminare gratuitamente eventuali virus, worm e trojan.


In caso di adware o spyware, la fee da corrispondere a Panda Security è di 19,99 euro all’anno a fronte di un numero di scansioni illimitato.


“Entro il prossimo mese di maggio – ci assicura Roberto Puma, sales and marketing trainer della filiale italiana –, la società ha in mente il rilascio di un ulteriore aggiornamento per ottenere risultati ancora più precisi sul malware rilevato e per consentire analisi sempre più veloci e accurate. Con questo, anche in Italia, prevediamo un ruolo cruciale per il canale dei business partner chiamati a sensibilizzare le aziende sulla differenza sostanziale che esiste fra sicurezza percepita e sicurezza reale”.



LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome