Appliance virtuali, strada giusta per Blue Coat

I Proxy Sg sono per filiali da 10 a 300 utenti e girano su Vmware e su server standard.

Visibilità, accelerazione, protezione e sicurezza Web sono i pilastri su cui poggia l’infrastruttura di Application delivery network (Adn) di Blue Coat. L’obiettivo della società è di consentire agli utenti di inviare le informazioni in uffici periferici in modo sicuro e ottimizzato.

In quest’ottica ha presentato una nuova famiglia di virtual appliance, che si colloca nell’ambito del business dell’accelerazione, chiamata ProxySg, che si completerà entro la fine dell’anno, disponibile in quattro modelli da installare presso filiali con un numero variabile da 10 fino a 300 utenti.

«Oggi la visibilità di Blue Coat sul mercato – ha detto Davide Carlesi, country manager di Italia, Grecia, Cipro e Malta – è quello di fornitore di appliance, in quanto ha un hardware proprietario, sviluppato con componentistiche commerciali, e anche il sistema operativo è proprietario. Questo ritengo sia un grosso punto di differenziazione, in quanto questa struttura permette di avere un minor numero di problemi di sicurezza e performance maggiori. Nell’ambito dell’accelerazione, ci siamo accorti che l’approccio virtuale poteva essere interessante, perché rispecchia l’attuale esigenza del mercato».

In sintesi, come ha spiegato Dave Ewart, senior product marketing manager della società, utilizzando la virtual appliance ProxySg su server standard, in quanto l’applicazione è indipendente dall’hardware, si ottiene una soluzione flessibile in grado di ottimizzare le performance delle Wan a costi contenuti.

L’appliance virtuale, che funziona su piattaforma Vmware, è in grado di erogare e gestire video e on demand provenienti dall’interno dell’azienda o da fonti esterne, mediante split-streaming, caching in locale e tecnologie di prepopolamento.

Carlesi ha tuttavia voluto puntualizzare che l’utilizzo di ProxySg va studiato in base alle diverse situazioni ed esigenze aziendali, per cui se un cliente ha bisogno dell’accelerazione geografica per migliorare la distribuzione dei dati presso le sedi distaccate, deve prima analizzare attentamente i costi per capire quanto il progetto gli costa e quindi cosa gli conviene fare.

In alcune sedi importanti, dove c’è la necessità di mantenere alte le performance, conviene optare per l’appliance fisica, ma sui branch office dove il costo di implementazione è un driver importante, la virtual appliance è la soluzione ideale, perché a livello di business case consente un Roi più breve e vantaggioso.

La valutazione va fatta anche sul fronte dei costi della manutenzione hardware, in quanto essendo Proxy Sg un’appliance sofware, non ha bisogno di una gestione fisica, per cui il ritorno economico non è solo l’eliminazione del costo dell’appliance hardware ma anche i relativi costi annuali di manutenzione.

«L’obiettivo di ProxySg – ha ripreso Carlesi – è di coprire una necessità di mercato emergente, in quanto oggi molte aziende hanno un server virtuale in periferia per fornire alcuni servizi, per cui l’implementazione della soluzione di accelerazione ProxySg su questo server virtuale è molto semplice. Inoltre, il fatto di abbassare il prezzo d’acquisto al cliente, ci consente di approcciare il mercato italiano in modo più aggressivo».

Blue Coat in Italia vende solo attraverso partner, attualmente 25, dei quali 8 sono anche già certificati Vmware, per cui hanno le carte in regola per proporre nuovi progetti con ProxySg. Ma sul fronte della certificazione, la società ha in programma di aumentare gli investimenti.

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