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Appian, lo sviluppo con il codice è un lontano ricordo

Oggi tutte le organizzazioni vogliono scrivere applicazioni proprie, tagliate su esigenze specifiche. Questo perché il software è lo strumento che permette di differenziare un’azienda da un’altra. È il software che consente di avere una struttura ben organizzata, di crescere e di offrire un migliore servizio ai clienti. Quasi tutte le aziende oggi vogliono essere delle software company ma non sempre sanno come raggiungere questo risultato, come scrivere il codice. Assumono sviluppatori, spesso ottimi sviluppatori, ma realizzare un’applicazione richiede tanto tempo ed è molto costoso. Inoltre, non sempre tali applicazioni sono adatte ai dispositivi più recenti”. A tratteggiare questo panorama è Matt Calkins il quale, insieme a Michael Beckley, Marc Wilson e Bob Kramer, nel 1999 ha fondato Appian.

L’azienda offre una piattaforma aziendale per la trasformazione digitale che, attraverso un approccio low-code, consente alle organizzazioni di ridisegnare l’esperienza dei clienti, ottimizzare le operation e avere il controllo sul rischio globale in modo semplice e rapido. Grazie all’utilizzo di tecnologie di Business Process Management (BPM) e Case Management, Appian riduce in modo sostanziale i tempi di sviluppo e distribuzione di applicazioni, sia on-premise sia su cloud.

Un apprendimento rapido

Appian rende la creazione di un’applicazione particolarmente semplice – precisa Calkins – perché permette di realizzarla disegnandola anziché scrivendone il codice. Con la nostra piattaforma si lavora con delle figure geometriche, come se si stesse realizzando un diagramma di flusso. In questo modo si esprime in forma grafica cosa si vuole che il software faccia. Realizzare un’applicazione è molto intuitivo, perché si tratta di creare degli oggetti e di metterli assieme, come se si mettessero assieme dei tasselli di un puzzle”.

appian matt calkins
Il Ceo di Appian Matt Calkins

Ovviamente è richiesto un processo di apprendimento per imparare la logica che sta alla base del funzionamento della piattaforma di sviluppo di Appian, ma, assicura Calkins, basta un paio di settimane di training per diventare sviluppatori Appian a tutti gli effetti e poter quindi utilizzare in modo efficace uno strumento che consente di dar vita a un software in “tempi che possono essere fino a 20 volte più rapidi rispetto allo sviluppo tradizionale”, sottolinea Calkins. Che aggiunge: “Non si tratta solo di velocità, ma anche di qualità delle applicazioni. Infatti quelle create con i nostri strumenti sono facili da modificare, si integrano con i sistemi presenti in azienda e, soprattutto, è semplice portarle su molteplici piattaforme, dal cloud a ogni tipo di device. Anche su quelli che ancora non sono stati realizzati quando l’applicazione è stata creata”.

In questo senso, non serve una ricompilazione perché un’applicazione creata con Appian non viene mai compilata. L’applicazione stessa memorizza le intenzioni dell’utente in fase di sviluppo grafico e, se tra queste c’era l’esigenza di essere usata su più dispositivi, quando se ne presenta la necessità è già pronta ad assolvere il compito. In pratica, ogni dispositivo che deve usare tale applicazione deve installare una sorta di interprete che sia in grado di riconoscere gli oggetti che compongono l’applicazione stessa e di svolgere le attività previste da tali oggetti.

Maggiore sicurezza

Oltre alla rapidità di sviluppo e alla portabilità, il terzo aspetto su cui Calkins mette l’accento è la sicurezza. “Della sicurezza ci facciamo carico direttamente noi. E la gestiamo al meglio. In alcune organizzazione le applicazioni diventano vecchie e sono soggette agli exploit, oppure non sono aggiornate all’ultima versione o non hanno installate tutte le patch di sicurezza. Questo è molto pericoloso. Ma se, come facciamo noi si conservano oltre 100 applicazioni in un unico posto è molto più facile gestire la sicurezza. Ed è molto meglio anche per l’integrazione, perché se mettiamo tutte le sorgenti di dati assieme abbiamo un’unica definizione di ogni cosa e quindi non si devono avere cose differenti in luoghi differenti. Noi riuniamo anche tutti gli utenti in unico posto e questo rende possibile la condivisione di idee in tempo reale e abilita la comunicazione tra tutti loro. Tutti i nostri upgrade sono semplici e automatici”.

Una domanda sorge spontanea. Date le sue caratteristiche sembra che con la piattaforma Appian sia possibile realizzare ogni tipo di applicazione. È davvero così? “Si possono creare molte applicazioni – è la risposta di Calkins –. Il settore per cui lo sviluppo con Appian è più diffuso è quello di app per il decision making all’interno delle grandi organizzazioni. Ma le app create con Appian sono usate in molte delle più importanti aziende per impieghi molto differenti, come per esempio nelle banche, negli enti governativi, nelle aziende farmaceutiche, nel mondo retail e tra le più grandi realtà dell’energia”.

Secondo quanto afferma Calkins, la piattaforma Appian è piuttosto diffusa anche in Italia, in particolare negli enti governativi, nel retail, nella moda e nel manufacturing. Calkins cita solo un esempio, ma sicuramente esemplificativo: “Pirelli sta usando 70 applicazioni realizzate con Appian”.

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