Aperte le consultazioni a livello UE sulla neutralità di Internet

Aperta una pubblica consultazione per dire la propria in merito alle quesioni relative alla trasparenza e alla gestione equa del traffico sul web pubblico.

La Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica per avere risposte a varie questioni afferenti quel complesso di istanze chiamato “neutralità di Internet“, dalla trasparenza alla gestione equa del traffico.

Potenzialmente interessati a partecipare sono tanto gli operatori (i provider di connettività fissa e mobile e quelli di applicazioni) quanto i produttori di strumentazione, gli investitori, le autorità pubbliche, i cittadini.

Alla consultazione, aperta sino al 15 ottobre prossimo, si accede cliccando qui.

Con l’iniziativa appena avviata, la Commissione Europea intende avere risposte sulla gestione del traffico Internet, su aspetti legati alla velocità ed alla qualità di connessione, sulle eventuali restrizioni applicabili, sulla possibilità per gli utenti di cambiare operatore e sui collegamenti fra operatori.

L’espressione “neutralità della Rete” o “net neutrality” viene comunemente impiegata per fare riferimento ad un principio secondo cui la rete a banda larga deve essere priva di restrizioni arbitrarie applicate sui dispositivi ad essa collegati e sulle modalità con cui essi operano. Il fornitore Internet non dovrebbe fare differenza alcuna tra i vari tipi di “contenuti” che transitano attraverso la sua rete né applicare discriminazioni su dati, mittenti e destinatari.

La normativa italiana non si esprime in maniera decisa sul concetto di “neutralità della rete”. C’è però un principio di base che continua ad essere valido: gli utenti hanno diritto alla massima trasparenza. Il provider, quindi, è tenuto ad informare i propri clienti circa l’applicazione di eventuali restrizioni sul traffico Internet.
In ambito europeo si sta lavorando al cosiddetto “telecoms package”, un insieme di direttive volte a disciplinare in maniera organica il sistema delle telecomunicazioni. Ed è proprio in questa direzione che guarda la consultazione appena avviata in sede europea.

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