Antipirateria: parla Calabrò

Secondo il presidente dell’AgCom, l’impianto presentato nei giorni scorsi rappresenterebbe una soluzione mediana tra la libertà della rete e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.

Il Presidente dell’AgCom (Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni), Corrado Calabrò (nella foto a lato), è stato ascoltato dinanzi alle Commissioni Comunicazioni e Cultura del Senato, in merito allo schema di Regolamento sulla tutela del diritto d’autore in Rete che l’Autorità si appresta a varare.
Calabrò, durante il suo intervento, riferendosi ai principi che hanno ispirato la nuova norma firmata AgCom, ha voluto sottolineare come l’obiettivo sia quello di contrastare quello che è stato battezzato il “far web“. Secondo il presidente dell’AgCom, l’impianto presentato nei giorni scorsi rappresenterebbe “una soluzione mediana tra la libertà della rete e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale che, attraverso la rete, vengono utilizzati” evitando quelle logiche, definite “invasive” che sono state adottate in altri Paesi come la Francia. Il riferimento indiretto è alla legge d’Oltralpe HADOPI che non poche critiche ha sollevato nei mesi scorsi. Calabrò ha voluto però ricusare il principio di una rete Internet che sia “una sorta di “zona franca” dove i contenuti possono essere impunemente saccheggiati“.

Nella giornata di ieri i promotori dell’iniziativa Sitononraggiungibile (Adiconsum, Agorà digitale, Altroconsumo, Assoprovider, Assonet e Studio Legale Sarzana), avevano inviato una lettera ai Presidenti e ai Membri delle Commissioni Istruzione Pubblica e Comunicazioni del Senato “per ribadire la necessità che l’AgCom accolga la moratoria sulla delibera in tema di diritto d’autore, in attesa che sia lo stesso Parlamento a decidere in merito“.
Nella missiva firmata Sitononraggiungibile, lo schema normativo proposto dall’AgCom viene definito “gravemente lesivo delle prerogative del Parlamento. E’ di tutta evidenza, infatti, come la tematica del diritto d’autore si intersechi con quella dei nuovi linguaggi abilitati dalle tecnologie informatiche e, quindi, in ultima istanza con la libertà di espressione delle nuove generazioni (…) Il nostro auspicio è, dunque, che le Commissioni VII e VIII del Senato possano fare loro il prossimo 21 luglio la nostra richiesta di moratoria nei confronti di Agcom ringraziando il Presidente Calabrò per l’utile istruttoria svolta sinora ma significandogli altresì altrettanto chiaramente che, intenendo il Parlamento onorare le proprie prerogative democratiche nel disegnare i nuovi scenari del diritto d’autore in Rete, risulta inevitabile per l’Agcom il dover fare un passo indietro e desistere dal portare a termine la propria iniziativa regolamentare“.

I firmatari della lettera contestano poi la “competenza” dell’AgCom in materia di regolamentazione delle attività espletate in Rete. Sitononraggiungibile ricorda l’articolo 6 del Decreto Romani, secondo cui l’AgCom avrebbe poteri di vigilanza e di regolamentazione solamente nei confronti dei cosiddetti “fornitori di media audivisivi“. Le attività dell’Autorità, quindi, sempre secondo Sitononraggiungibiledovrebbero essere dirette unicamente a tali soggetti e non a quei player della Rete che non sono qualificabili come “fornitori di servizi media audio visivi”. (…) Al contrario Agcom, nel provvedimento posto in consultazione, attribuisce a se stessa una competenza generalizzata in materia di diritto d’autore tanto sotto il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo, andando, dunque, ben al di là di quanto è stato alla stessa demandato dal c.d. Decreto Romani“. Nel testo della lettera, pubblicato in Rete dall’avvocato Fulvio Sarzana (ved. questa pagina), rimarcando l’opportunità di una moratoria, si sottolinea poi uno dei punti oggetto di maggiori critiche da parte dei detrattori del provvedimento: si rammenta come, di fatto, l’AgCom si investa di un potere giudiziario che, si sostiene, non dovrebbe competerle.

Calabrò ha dichiarato quest’oggi, comunque, che l’AgCom si sarebbe mossa con cautela, seguendo un approccio definito “proporzionato e trasparente” nella consapevolezza che le soluzioni di volta in volta trovate “non potranno rappresentare un ottimo assoluto ma solo un ragionevole equilibrio tra istanze diverse continuamente messe in discussione“. Il presidente ha evidenziato come l’AgCom non abbia “la benché minima propensione a diventare lo sceriffo di Internet, come qualcuno ha paventato“.

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