Anee analizza le prospettive dell’e-learning in Italia

Forte crescita prevista per la formazione online nei prossimi due anni. Tra i quattro segmenti che la compongono, aumenta il peso di consulenza e contenuti a scapito di tecnologia e servizi.

1 luglio 2003 Per il secondo anno Anee (di recente diventata Commissione servizi e contenuti multimediali Assinform) ha presentato l’Osservatorio 2003 “e-learning: stato dell’arte e prospettive di sviluppo”, realizzato con il patrocinio del ministro dell’Innovazione e delle Tecnologie e con la collaborazione di alcune importanti aziende italiane.

Prima di entrare nel merito dell’analisi del settore, è necessario riportare la definizione che Anee dà dell’e-learning: “È una metodologia d’insegnamento e apprendimento che coinvolge sia il prodotto sia il processo formativo. Per prodotto formativo s’intende ogni tipologia di materiale o contenuto messo a disposizione in formato digitale attraverso supporti informatici o di rete. Per processo formativo si intende, invece, la gestione dell’intero iter didattico, che coinvolge gli aspetti di erogazione, fruizione, interazione e valutazione. In questa dimensione, il vero valore aggiunto dell’e-learning emerge nei servizi di assistenza e tutorship, nelle modalità di interazione sincrona e asincrona, di condivisione e collaborazione a livello di community. Peculiarità dell’e-learning è l’alta flessibilità garantita al discente dalla reperibilità sempre e ovunque dei contenuti formativi, che gli permette l’autogestione e l’autodeterminazione del proprio apprendimento”.

Dato questo doveroso chiarimento, il presidente Commissione l’Anee, Roberto Liscia, nel presentare i risultati dell’Osservatorio ha dichiarato che quest’anno l’area di investigazione non si è orientata solo alle aziende (183 operatori e 100 fra fruitori e prospect lato domanda), ma anche alle università (39 quelle intervistate su un totale in Italia di 79) e alla Pa sia centrale che locale.

Liscia ha osservato che il mercato dell’e-learning in Italia è in continua ed esponenziale crescita in quanto nel 2002 su un totale di 2,837 miliardi di euro spesi per la formazione, 108,4 milioni (il 3,8%) erano dati dall’e-learning (contro i 53,6 del 2001). Le previsioni per il 2003 parlano di un valore di 256,3 milioni e di 592,5 nel 2004 (pari all’8,2% sul totale della formazione di 3,464 miliardi di euro). Analizzando le componenti dell’e-learning, si osserva che lil peso della tecnologia sta progressivamente perdendo quota (dal 34% del 2001 al 17,4% atteso nel 2004) a favore dei contenuti (42% nel 2001, 44,5% nel 2004); in calo i servizi (19,8% nel 2004 contro il 24% nel 2001), mentre da zero è salita al 18,3% la quota della consulenza. In base la fatturato realizzato nel 2002, il mercato dell’e-learning sul lato offerta vede le grandi aziende conquistare il 54,3% del totale (ricordiamo 108,4 milioni), le medie un 28,45 e le small un 17,4%. Questo risultato testimonia che il mercato premia chi è in grado di presentare un’offerta il più completa possibile.

Venendo ora ad analizzare le previsioni rilasciate dal campione prima presentato, si osserva che l’83,1% ha in programma l’utilizzo dell’e-learning e che l’81,7% lo ritiene il sistema più efficace anche se per il 91,5% la formazione in aula è il sistema oggi più utilizzato. Per quanto riguarda le categorie di fruitori, stanno aumentando le percentuali dei quadri e dei dirigenti, anche se i tecnici/operativi rimangono la prima classe di utenti. Riguardo alle università, su un totale di 79, ben 57 offrono formazione a distanza, ma solo 6 fanno e -learning a regime.

Il ministro Lucio Stanca ha a sua volta sottolineato che si è posto come obiettivo di erogare attraverso l’e-learning il 30% della formazione della Pa entro la fine del 2004, contro un indice di penetrazione di solo l’1% registrato nel 2002.

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