Andec e i nuovi compensi per “copia privata”

Preoccupa la proiezione realizzata da GfK sulle previsioni delle vendite online di prodotti audio/video dotati di memoria.

I nuovi compensi per “copia privata” impensieriscono non poco Andec.

In base al D.M. del 30/12/2009 firmato dal ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, è infatti stata stabilita la revisione del sistema dei compensi per copia privata, «vale a dire – spiega Andrea Arnaldi, segretario dell’Associazione Nazionale Importatori e Produttori Elettronica Civile – la somma che produttori e importatori di apparecchi audio/video e dei relativi supporti e memorie di ogni tipo devono corrispondere a Siae per compensare i titolari di diritto d’autore dell’eventuale realizzazione di una copia privata a uso personale».

In merito all’ultimo provvedimento ministeriale «che impatta non poco su tutte le imprese del nostro settore», Arnaldi ha pensato bene di rendere noti i dati di un’attività di simulazione eseguita su dati GfK relativi alle vendite online avvenuti nel 2009.
E non c’è di che stare allegri, visto che in virtù dell’applicazione dei nuovi compensi e a parità di quantità e tipologia di prodotti venduti, il gettito 2010 relativo a un paniere di 18 categorie di prodotto «passerà da 42 a 100 milioni di euro. I soli telefoni cellulari, fino a ieri esclusi dal “prelievo” – incalza il referente dell’Associazione – genereranno oltre 22 milioni di euro, i lettori di file Mp4 più di 15 milioni e i pc circa 10 milioni».

Va da sé che il nuovo compenso «stabilito in base alla dimensione e alla capacità di qualsiasi dispositivo di memoria di cui si colpisce la potenzialità di utilizzo», inciderà in misura significativa sul prezzo dei prodotti e rappresenterà, in alcuni casi, la principale componente di costo per articoli che, storicamente, nell’elettronica di consumo vedono il proprio prezzo decrescere all’aumentare del tempo della loro  esposizione sul mercato.
A preoccupare ulteriormente è, poi, il dato di fatto che il compenso per “copia privata” è già applicato in maniera del tutto disomogenea nei diversi Paesi europei dove, a esclusione della Francia, quasi tutti hanno optato per compensi più bassi rispetto a quelli determinati dal nuovo decreto in Italia.

«Sarà sufficiente che il consumatore finale acquisti all’estero supporti dotati di memorie audio/video, ossia memory card, chiavi Usb, lettori Dvd, pc con o senza masterizzatori, telefoni cellulari e, perché no, phone frame, console per videogames e videocamere – conclude Arnaldi – per aggirare questo ennesimo “dazio”. A tutto beneficio, fra l’altro del canale e-commerce, ma a totale discapito della aziende produttrici italiane».

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