Anche un ministro per l’Italia digitale

Lo ha chiesto l’internet Governance Forum a Mario Monti, ancor prima che questi accettasse definitivamente l’incarico. Ma lo spread digitale è eccessivo.

Mario Monti non aveva ricevuto tantomeno accettato l’incarico di presidente del consiglio, che già riceveva una lettera di sollecitazioni inviatagli dall’Internet Governance Forum, in quel momento in corso a Trento.
Una lettera con la quale Igf invita il premier in pectore a inserire nella sua agenda anche i temi relativi alla banda larga e a Internet, considerati strumenti indispensabili per lo sviluppo del Paese.
Un invito ritenuto fondamentale dai membri del Forum, soprattutto ora che nel pacchetto delle misure necessarie per il riassesto della nostra economia gli 800 milioni di euro destinati allo sviluppo della banda larga sono definitivamente scomparsi.

In particolare, i membri dell’Igf hanno evidenziato a Monti la necessità di porre fine allo “spread digitale” che, si legge nella lettera, “nei confronti dei principali paesi del mondo ha ormai raggiunto livelli insostenibili anche per la tenuta economica nazionale.”

In particolare, Igf ribadisce che lo sviluppo dell’economia digitale è condizione ineludibile per il superamento della crisi attuale e chiede un impegno concreto da parte del nuovo Governo per la piena implementazione di un’agenda digitale conforme alle richieste europee, eventualmente anche attraverso la nomina di un ministro.

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