Amazon: il momento delle analisi

A 24 ore dai clamorosi annunci, è il momento delle riflessioni: sul modello di business e sulla disponibilità dei prodotti.

Passata la prima euforia, le analisi sugli annunci del 28 settembre da parte di Amazon cominciano a farsi più critiche.
In discussione non ci sono i dispositivi, ma l’intero modello di business e la sua sostenibilità.
E se le critiche della prima ora, quelle che cercavano un confronto funzionale, specifica contro specifica, tra il Fire di Amazon e i suoi diretti concorrenti, sono state tacitate con un laconico “è una questione di prezzo”, le analisi della seconda non devono essere trascurate.

Il punto di partenza è chiaro: Amazon usa il prezzo come esca, ”anche se perde denaro su ogni unità venduta del dispositivo”, scrive News.com, perché con Fire la società può permettersi di ”subsidize” l’hardware, guadagnando su servizi e contenuti, come sostiene Current Analysis.

Qualcuno, come gli analisti di Piper Jaffray, sostiene anche che la perdita possa calcolarsi nell’ordine dei 50 dollari per ciascun dispositivo.
Ma il punto vero è che Amazon non è la prima e, soprattutto, che in molti casi questa tattica ha pagato, basti pensare a quanto è successo in questi anni sia nel mondo della telefonia mobile sia nel mondo delle console di gioco: le trimestrali degli operatori che hanno a listino l’iPhone ne sono una perfetta dimostrazione.
Amazon sta investendo sul fatto che una volta acquistato il dispositivo, l’utente non possa fare a meno di utilizzarlo per lo scopo per il quale è stato progettato e dunque riempirlo di contenuti, video, film, musica, tutti acquistabili in un sistema chiuso, ovvero quello del suo stesso ecosistema.

Il punto è che con la sua decisione Amazon sta in questo momento creando un forte condizionamento sul nascente mercato dei tablet, abbassando, e non di poco, l’asticella del prezzo, prima regolata esattamente sulla stessa linea dell’iPad di Apple.
Difficile, per qualunque altro produttore che non possa contare su un analogo ecosistema, riuscire a competere allo stesso livello.

E poi c’è la questione della disponibilità.
Con questo livello di prezzo non è difficile immaginare che Fire possa essere un best seller della stagione natalizia.
E lo stesso Jeff Bezos, durante la conferenza di presentazione dei nuovi prodotti, ha sollecitato i pre-ordini. Ma l’azienda ha previsto livelli di produzione adeguati a sostenere la domanda?
Per questo Amazon dovrebbe aver imparato dalla sua stessa storia: quando lanciò il primo Kindle nel 2007, il primo lotto di produzione andò esaurito in una settimana e la società dovette rallentare l’ondata degli early adopter.
Ora, la scelta di uscire in prima battuta con un modello a 7 pollici sicuramente ha qualcosa a che fare con lo shortage di display da 10 pollici denunciato fin dall’inizio dell’anno, causato da un eccesso di domanda da parte di Apple che di fatto ne aveva bloccato la disponibilità per poter soddisfare le richieste per gli iPad.
Restano però anche tutti gli altri componenti.
Qui gli analisti concordano sul fatto che se è vero che Amazon è oggi sicuramente più strutturata rispetto al 2007, è anche vero che il picco di domanda potrebbe essere davvero sorprendente. Creando qualche problema nel periodo natalizio.

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