Almunia: riflettori accesi su Microsoft e Google

Il Commissario alla Concorrenza: Microsoft è sotto esame per verificare se non abbia ottemperato agli obblighi per la scelta del browser in ambiente Windows, mentre Google resta indagata per concorrenza sleale in materia di pubblicità online.

Sia Microsoft che Google sono sempre più nel mirino della Commissione Europea. A confermarlo è Joaquin Almunia,
commissario europeo col portafoglio della Concorrenza, che – nel corso
di un incontro tenutosi a Varsavia – ha rammentato come il comportamento
di Microsoft sia sotto esame per verificare se la società di Steve
Ballmer abbia effettivamente mancato di ottemperare agli obblighi per
ciò che riguarda la scelta del browser in ambiente Windows.
Google, invece, resta indagata con lo scopo di stabilire se le
metodologie di business adoperate siano state poste in essere con
l’obiettivo di “tagliare le gambe” alle aziende concorrenti nel campo
della pubblicità online .

Quando
arriva il momento di applicare una legge sulla concorrenza, una buona
autorità dev’essere sempre cieca rispetto alla sede delle varie aziende e
quanto ciascuna società influenzi i mercati mondiali
“, ha dichiarato Almunia. “È
questo un aspetto cruciale se si vogliono difendere gli interessi dei
cittadini europei; il nostro comportamento è poi rassicurante per gli
investitori che sanno, in questo modo, che trattiamo egualmente tutte le
aziende
“.

Per ciò che riguarda Microsoft, il commissario ha osservato: “è la stessa società a confermare di non aver rispettato le promesse“.
Almunia si riferisce al fatto che un numero significativo di utenti che
utilizzavano sistemi basati su Windows 7 Service Pack 1 non hanno visto
comparire il cosiddetto “ballot screen” ossia la finestra per la scelta del browser da impostare come predefinito.

Il commissario europeo, quindi, ha anticipato all’agenzia Reuters che Microsoft subirà una sanzione
e che la fase investigativa non dovrebbe durare ancora molto dal
momento che sono stati gli stessi responsabili della società ad
ammettere l’errore. La multa che l’autorità del Vecchio Continente
potrebbe comminare a Microsoft può arrivare sino ad un massimo del 10%
del suo fatturato annuo.

Parlando di Google, invece, Almunia ha
spiegato che i tecnici sono ancora al lavoro con il colosso statunitense
per verificare se vi siano i margini per risolvere le problematiche
evidenziate in passato con l’obiettivo di tutelare l’interesse degli
utenti. “Qualora ciò non fosse possibile, saremmo costretti a seguire la procedura formale“, ha concluso.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome