AlmavivA è pronta per giocare all’attacco

La società (nata della fusione tra i gruppi Cos e Finsiel) sta puntando sulle partnership per allargare ulteriormente il proprio raggio d’azione sul fronte dei servizi

Dopo il silenzioso impegno dedicato all’integrazione nel gruppo Cos dell’acquisita Finsiel (e società collegate), le recenti mosse di AlmavivA (il nuovo brand frutto della fusione tra le due realtà) dimostrano che il 2007 è un anno in cui è pronta per giocare all’attacco. Infatti, in questi primi mesi siamo stati testimoni del progetto avviato con Microsoft e UniCredit Banca d’Impresa per offrire alle Pmi il nuovo servizio ImpresaDinamica, a cui subito dopo è seguito l’annuncio della partnership sottoscritta dal presidente Alberto Tripi con il colosso indiano del software Infosys (66.000 tecnici e 3 miliardi di dollari di fatturato previsti nel 2007).


A Gianni Camisa, amministratore delegato della società, abbiamo chiesto quali strategie sottendono queste mosse. «Da qualche tempo – esordisce il manager – in AlmavivA abbiamo coniato lo slogan delle tre “I” sulle quali puntare per crescere: integrazione, innovazione e internazionalizzazione. L’integrazione, sia di carattere societario che legato all’offerta è ormai un fatto acquisito. Infatti, all’inizio di quest’anno, Finsiel è stata fusa nel gruppo, mentre l’integrazione dal punto di vista operativo era già avvenuta. Riguardo all’offerta, abbiamo integrato le diverse aree di eccellenza che vengono dalle componenti del gruppo, per poterle portare come valore sui vari mercati. L’organizzazione, quindi, al cui interno rientrano anche Cos e Atesia, che di fatto sono le aziende per le attività di call center, è stata semplificata e lo sarà sempre di più in prospettiva». Il risultato è che oggi AlmavivA è una società di servizi It a 360 gradi, che nel 2006 ha fatturato 710 milioni di euro con 16.000 dipendenti.


L’integrazione con Finsiel, è avvenuta in due fasi: la prima è partita all’inizio dello scorso anno, e aveva l’obiettivo di unire i vari team, per creare le necessarie osmosi, mentre all’inizio del 2007 sono state costituite otto business unit (in base ai vari mercati di riferimento: Pa centrale e locale, Telco, ImpresaDinamica, Business internazionale, Consulting, Industria, Servizi e Utility), ognuna delle quali ha responsabilità totale per quanto riguarda la propria attività, mentre sono state mantenute delle service line, cross a tutte le divisioni, proprio per valorizzare il know how presente e la massa critica raggiunta in alcuni settori.


«Il cambiamento avvenuto in Finsiel è stato significativo, perché la società è passata da una logica che aggregava l’azienda intorno ai progetti, a una logica che li aggrega attorno ai mercati – sottolinea Camisa -. Quindi oggi ogni settore ha specifiche competenze per il mercato a cui si rivolge e questo riteniamo sia un modello premiante, anche se va riconosciuto che i risultati 2006 dell’ex mondo Finsiel sono stati molto lusinghieri, perché l’area ha chiuso in utile ed è cresciuta nei ricavi di oltre l’11%. Negli ultimi tempi, inoltre, abbiamo rifocalizzato l’attenzione su alcuni settori che erano stati un po’ trascurati, come il mondo delle interforze, che sono Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, dove abbiamo sviluppato una serie di progetti di grande interesse, come il controllo del territorio. In quest’ambito sfruttiamo le competenze interne ma anche quelle acquisite all’esterno, in quanto abbiamo siglato una serie di contratti di scambio di tecnologia con società israeliane all’avanguardia nel settore, per cui intendiamo utilizzare le loro competenze sia per i nostri progetti, sia per proporle ai clienti».


La valenza dell’accordo con Infosys


Nel commentare l’accodo con l’indiana Infosys, l’amministratore delegato tiene a sottolineare che si tratta di «una partnership innovativa nella sua modalità, in quanto AlmavivA non porta lavoro in India, ma è una società che aiuta un grande player del software a venire in Italia e ad affrontare insieme una serie di mercati elettivi, in primis le banche, dove riteniamo ci siano molte opportunità per l’innovazione. Per cui l’intesa non è nata come un offshoring e come uno sfruttamento della mano d’opera a basso costo, tutt’altro. Infatti, è un accordo ad alto valore tra due grandi realtà che hanno storie simili, dal momento che anche Infosys ha iniziato con i call center e poi è cresciuta nel mondo del valore aggiunto. Questo con Infosys è uno dei fronti su cui si gioca la nostra strategia dell’internazionalizzazione, perché un altro fronte è quello che ci vede invece andare all’estero. Per esempio, in Cina stiamo chiudendo una trattativa con un partner di grande prestigio che opera nel mondo dell’It e customer care, con il quale dovremmo stringere una joint venture locale paritaria. L’operazione dovrebbe essere simile a quella che abbiamo già fatto in Brasile, dove c’è AlmavivA do Brasil, che oggi conta già 800 persone, controllata dal nostro gruppo, dalla cui attività nel 2007 prevediamo di superare i 10 milioni di euro di ricavi. Ma pensiamo anche di espanderci ulteriormente, in quanto, sempre in Brasile, stiamo valutando un’altra opportunità di acquisizione, che ci porterebbe a triplicare il giro d’affari locale». Camisa ricorda che AlmavivA è presente anche nei Paesi dell’Est, dove in Romania ha una filiale ereditata da Finsiel, che quest’anno è stata riposizionata e rilanciata per renderla un integratore locale. E ancora c’è Cos Tunisie, specializzata nel mondo dei call center, le cui competenze dovrebbero essere allargate anche all’area dell’It integration. Ma la strategia di internazionalizzazione punta anche verso altre aree nel modo in forte sviluppo come Dubai, «dove ci sono interessanti opportunità da cogliere con la nostra offering, per cui anche qui abbiamo già avviato una serie di contatti che dovrebbero portare a una nuova joint venture» spiega Camisa.

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