Alla Ue non dispiace l’Ngn all’italiana

Il Commissario Neelie Kroes approva il progetto di newco per il completamento della banda larga nazionale e ottiene il ricalcolo delle tariffe per l’unbundling.

Neelie Kroes è tornata dall’Italia moderatamente soddisfatta. Il suo passaggio da Roma è coinciso infatti con alcuni fatti importanti: gli operatori delle Tlc hanno firmato il memorandum d’intesa sull’infrastruttura passiva per le reti superveloci, siglando una tregua importante dopo le polemiche dei mesi passati; il ministro italiano dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha rassicurato il commissario incaricato per l’Agenda digitale sul destino delle risorse che il governo monetizzerà cedendo agli operatori delle tlc le frequenze televisive liberatesi dopo lo switch off; il presidente dell’Authority delle comunicazioni, Corrado Calabrò, ha abbassato le tariffe dell’unbundling, raccogliendo l’indicazione che aveva ricevuto poche settimane fa dalla Ue.

«L’Italia ha molto da guadagnare con l’Agenda digitale, c’è un grande spazio di miglioramento. Siamo pronti a sostenervi e sono ottimista sul fatto che nei prossimi anni sia possibile ottenere buoni risultati» ha dichiarato Kroes.

Primo punto chiave, l’accordo che Romani ha fatto siglare a Telecom e ai cosiddetti “olo”. Calabrò ha detto che lo considera un compromesso, ma se il processo andrà avanti senza intoppi il risultato ottenuto ha un valore non risibile, riguardando comunque, stando alle stime di alcuni degli osservatori specializzati, quasi il 50% dei costi d’avvio delle reti di nuova generazione.

Non è nata la società mista, pubblico/privata, fatta per accelerare lo sviluppo, prendendosi l’onere di mettere a punto e pilotare fino in fondo un piano complessivo e unico. Ma si può comunque considerare un buon passo avanti l’accordo che rende possibile che, in alcune aree e per motivi diversi (che possono andare dalla remuneratività del mercato alla presenza già consolidata in loco di una propria base infrastrutturale), sia Telecom, che i competitor (Vodafone, Wind, Fastweb, 3, Tiscali e Bt Italia) possano decidere di procedere in autonomia.

Altro snodo chiave, la Cassa depositi e prestiti entrerà in gioco solo dopo la verifica della bontà del business plan del veicolo societario in cui saranno coinvolti i player del settore. Secondo punto chiave i quattrini generati dal “dividendo” digitale.

Si era ventilato che una parte della cifra, con il placet di Romani, potesse essere allocata alle tv locali. Ma soprattutto che il nostro Ministero dell’Economia volesse destinare le nuove risorse fuori dall’ambito che le genererà. La Kroes ha sottolineato che «non è possibile avere introiti di un’asta e spenderli in un settore completamente diverso» e che c’è di fatto un obbligo «a spendere una parte degli introiti dell’asta nello stesso settore».
Il Commissario ha ottenuto una dichiarata sintonia di Calabrò sul tema e un impegno in questo senso di Romani.

Dulcis in fundo, il riallineamento dell’Agcom alle indicazioni della Commissione, arrivato il giorno dopo il passaggio della Kroes da Roma. I valori delle tariffe sono stati ricalcolati applicando il riferimento ad un modello di rete efficiente sia dal punto di vista economico che ingegneristico e sono stati in buona misura ribassati.

Per il canone di unbundling resta confermato nel 2010 il valore di 8,70 euro/mese. Negli anni 2011 e 2012, viene fissato rispettivamente a 9,02 e 9,28 euro/mese (anziché 9,14 e 9,48). Gli aumenti relativi agli anni 2011 e 2012 sono tuttavia soggetti ad una puntuale verifica dell’Agcom del miglioramento di una serie precisa di indicatori di qualità della rete.

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