Al nastro di partenza Itanium in versione Hp

La casa di Palo Alto ha lanciato una workstation e due server equipaggiati con l’architettura Intel a 64 bit, accompagnandoli con servizi finanziari e consulenza. Un percorso di migrazione indolore caratterizza l’offerta.

Contestualmente al lancio ufficiale, da parte di Intel, dall’architettura a 64 bit Itanium, piovono gli annunci dei produttori hardware, a garanzia del supporto “corale” offerto dalla schiera degli Oem alla strategia Ipf (Itanium processor family). Tra questi c’è Hewlett-Packard, che ha lanciato due server e una workstation equipaggiati con il nuovo processore, cogliendo anche l’occasione per annunciare la riunificazione di tutti i sistemi di infrastruttura (dalle appliance ai NetServer ai Superdome) sotto un unico marchio: Hp Servers. “Itanium non è il tuning di un’architettura precedente, ma rappresenta un salto generazionale”, ha commentato Giorgio Capellani, marketing manager di Hp Italia nell’introdurre i nuovi prodotti. Un salto che, comunque, è coerente con le politiche degli investimenti effettuati, prima di tutto perché la nuova architettura è compatibile a livello binario con i chip Ia-32 e Pa-Risc e poi in virtù del fatto che è multi Os, supportando ambienti operativi Unix, Microsoft e Linux. Ma Hewlett-Packard ci tiene a sottolineare che la sua offerta offre qualcosa in più, rispetto ai competitor, per quanto riguarda il cammino di migrazione: “Itanium è stato progettato da Intel insieme con Hp, e Hp-Ux è l’unica piattaforma oggi disponibile che non richiede di ricompilare le applicazioni”, ha aggiunto Capellani. In sostanza, per i clienti che intendessero fare il salto, la casa di Palo Alto offre una partenza quasi indolore.
Nel dettaglio, le nuove macchine comprendono la workstation a due vie i2000, il server a 4 vie Rx4610 e il top di gamma Rx9610, che offre la potenzialità di ben 16 vie. La disponibilità per i primi due prodotti è prevista per il mese di giugno, mentre per il modello Rx9610 bisognerà attendere agosto. Quanto ai prezzi, le prime indicazioni parlano di circa 8mila dollari per la stazione di lavoro. Accanto al puro hardware, il produttore ha approntato servizi di consulenza ad hoc per la migrazione a Ipf e specifici programmi finanziari destinati ai cosiddetti “early adopter” e agli Isv, che prevedono forme di pagamento rateali.
L’introduzione di Itanium nelle nuove macchine Hp non è che il primo passo di una strategia di supporto che durerà nel tempo, e che prevede l’integrazione delle successive versioni di Ipf (da McKinley a Deerfiedl e oltre) quando saranno disponibili. A tale proposito, Hp ha già testato il funzionamento di McKinley, insieme con Intel, nel febbraio di quest’anno. Ovviamente, in parallelo proseguirà l’evoluzione dei chip Risc, sui quali comunque continuerà a viaggiare la piattaforma Hp-Ux.

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