Al 13° Forum Pa la parola d’ordine è stata e-government

Il rinnovamento delle Pubbliche amministrazioni è possibile se procede il programma di riqualificazione del personale, che deve portare nuove professionalità e nuovi strumenti di lavoro. L’obiettivo è far sì che l’Italia possa allinearsi con i Paesi più industrializzati.

Innovare certo, ma soprattutto modificare in tempi rapidi i rapporti con cittadini e imprese. Le scelte del governo, volte a incrementare la diffusione dei servizi, sembrano avere fatto presa sugli amministratori locali e sulle aziende dell’Ict. La tredicesima edizione di Forum Pa ha registrato, infatti, una significativa partecipazione di manager, mentre la presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del vice presidente, Gianfranco Fini, hanno ancora una volta confermato l’attenzione con cui il governo segue l’evolversi del Piano d’Azione adottato dal nostro Paese. Per la prima volta al Forum Pa è stata superata la soglia dei 50mila visitatori (+20,4%), con 22mila congressisti (+28%) che hanno seguito i 120 convegni con 920 relatori. Gli espositori sono stati 395 (+11%) di cui 75 tra regioni ed enti locali, 59 ministeri ed enti della Pa centrale, 76 aziende sanitarie, 185 aziende di Ict, di formazione e di servizi avanzati. Nei giorni precedenti l’evento, i contatti sul sito www.forumpa.it sono stati 84.926 (+31%) con la consultazione di circa un milione di pagine.


Tema centrale della manifestazione è stato l’e-government, inteso come evoluzione dell’offerta di servizi innovativi da mettere quanto prima a disposizione dei cittadini per raggiungere, nel minor tempo possibile, un accettabile livello di efficienza nella Pa e permettere anche all’Italia di confrontarsi con gli altri Paesi e mercati. Smentendo le voci che davano per imminente lo slittamento della scadenza fissata al 31 maggio, il direttore dell’Ufficio per lo sviluppo dell’e-government, Giulio De Petra, ha confermato che allo stato non era prevista alcuna proroga per la presentazione dei progetti da parte di comuni, province e regioni (in realtà, poi, la proroga è stata concessa fino al 10 giugno), mentre il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, ha precisato che per l’accesso ai finanziamenti sarà fondamentale il criterio di aggregazione degli enti locali, che altrimenti singolarmente rischierebbero di rimanere esclusi.


Tra gli argomenti che hanno tenuto banco, particolare attenzione è stata data alla formazione del personale, alla riforma della dirigenza, alla razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi, alla diffusione del protocollo elettronico e della firma digitale, alla realizzazione degli sportelli unici online per le imprese. Nel corso del suo intervento il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha tenuto a sottolineare che la riforma della burocrazia potrà essere attuata solo se vi sarà la partecipazione del personale pubblico, così come si potranno fornire servizi migliori a cittadini e imprese solo se si riuscirà a tagliare le spese ed eliminare gli sprechi.

La formazione in primo piano


Il quinto Rapporto sulla formazione nella Pa, presentato dall’Osservatorio, costituito presso la Scuola superiore, in collaborazione con Formez, ha rivelato che nel 2001 sono stati spesi 152 milioni di euro per la formazione del personale. Secondo il ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini, pur essendo vicini alla soglia dell’1% del monte salari, ci si deve spingere ancora più in là. "L’obiettivo – ha detto – è arrivare ad avvicinare la media europea del 2%. Sarebbe un grandissimo risultato e sarei soddisfatto se venisse centrato nel biennio contrattuale 2002-2003". Frattini ha anche annunciato che sebbene nella seconda metà del 2001 ci sia stato "un innalzamento del prodotto formativo e dell’utilizzo dei programmi di formazione" intende verificarne, per la prima volta, la qualità poiché spesso, in passato, sono state spese risorse a pioggia per programmi poco utili.


"Nell’innovazione della Pa la dimensione umana riveste un ruolo fondamentale" ha confermato a sua volta Stanca, sottolineando come oggi vi sia bisogno di "riqualificare il personale, dare nuove professionalità, nuovi sistemi organizzativi e nuovi strumenti di lavoro. Poiché il ruolo delle persone, a cominciare dai dirigenti, è quello su cui bisogna puntare l’attenzione; entro la fine della legislatura tutti i dipendenti che lo necessitino dovranno essere stati preparati, con certificazione, e non solo alfabetizzati, nel campo dell’informatizzazione e delle conoscenze tecnologiche". Stanca ha poi posto l’accento sull’esigenza che sempre entro la fine della legislatura, il 50% della spesa per l’acquisto di beni e servizi della Pa sia gestito online, ricordando che sono due i target intermedi fissati nel Piano di impresa del governo per la razionalizzazione delle forniture tramite le aste online gestite da Consip: 3 miliardi di euro entro il 2003 da portare a 12 nel 2005. Finora Consip ha intermediato 4 dei 45 miliardi di euro spesi ogni anno per la fornitura ai ministeri, a fronte di una spesa annuale di tutte le amministrazioni (centrali e locali) di circa 92 miliardi di euro, e sono stati realizzati risparmi medi del 35%. Gli accessi sono passati da 156mila a 2 milioni, gli ordini da mille a 52 mila e gli utenti registrati da 1.200 a 15.200. Stanca ha anche annunciato che in autunno, con l’attivazione di una nuova piattaforma tecnologica, terminerà la fase sperimentale ed entro il 2003 avranno inizio i mercati telematici locali che saranno armonizzati, a livello centrale, tramite la cabina di regia della Consip.


Per quanto riguarda il protocollo informatico, Carlo Batini presidente Aipa (realtà che sta per scomparire all’interno del ministero delle Tecnologie), ha ammesso che "il progetto è senza dubbio un punto nodale della Pubblica amministrazione rinnovata" che necessita di un forte management, oggi insufficiente, di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e del mercato, ma anche di un finanziamento straordinario. Se di tutto questo non si tenesse conto nel prossimo Dpef, gli obiettivi del governo potrebbero essere disattesi. Infatti, fino ad oggi solo il 45% delle amministrazioni centrali ha avviato le prime iniziative per l’adozione di questo strumento e sebbene negli enti locali ci siano esempi molto avanzati, altri sono ancora in sperimentazione. È necessario stimolare il Dipartimento a concentrare gli sforzi e le risorse sui progetti di innovazione significativi. Infine Stanca ha dichiarato improrogabile la necessità di ampliare la quantità dei servizi disponibili su Internet e di informatizzare gli scambi di documenti fra gli uffici pubblici, affinché il 70% delle pratiche sia online entro il 2005. "Le amministrazioni già oggi possono adottare il protocollo informatico degli atti e, grazie alla firma digitale, trasmettersi documenti elettronici con la stessa validità legale di un documento cartaceo. Esistono le norme e le tecnologie, ormai manca solo la volontà di operare e la preparazione del personale".

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