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Come si usa la bioingegneria per eliminare i pesticidi

Dopo vari riconoscimenti e soprattutto un primo round di finanziamento che ha raccolto 750 mila dollari, la startup americana AgroSpheres si prepara a far approvare ufficialmente dalle autorità statunitensi un nuovo metodo per la neutralizzazione rapida dei pesticidi applicati sulle coltivazioni.

La startup ha infatti applicato le tecniche della bioingegneria per mettere in grado comuni microbi di attaccare e neutralizzare gli agenti attivi dei pesticidi, in poche ore. Di norma, invece, gli agricoltori devono aspettare alcuni giorni prima di poter raccogliere o comunque intervenire sulle coltivazioni irrorate.

Più in dettaglio, AgroSpheres ha modificato un tipo molto comune di microbi per arrivare a una microscopica bio-particella capace di veicolare enzimi specifici che fanno degradare i principi attivi dei pesticidi.

L’approccio è generico e può quindi essere usato anche per altri scopi, ma le prime applicazioni e i primi test si sono concentrati in questo senso.

AgroSpheres ha sviluppato le sue particelle in laboratorio e ha eseguito test pratici anche sul campo, in una decina di vigne degli Stati Uniti.

L’obiettivo – raggiunto – era adattare le particelle perché eliminassero velocemente il pesticida organofosfato più usato negli USA, ossia il malatione. Il pesticida in questo modo è stato neutralizzato in meno di tre ore.

L’idea di AgroSpheres è che il suo approccio alla “disattivazione” dei pesticidi sia applicabile in vari punti della catena produttiva e di distribuzione dei prodotti agricoli.

Innanzitutto i microbi modificati possono essere usati dagli agricoltori per eliminare le sostanze tossiche prima del raccolto o comunque per evitare che vengano in contatto con il personale sul campo.

Ma anche da chi conserva e vende i prodotti agricoli, per garantire ai clienti che non ci siano residui nocivi, e dai clienti stessi se vogliono il massimo grado di sicurezza per gli alimenti che hanno acquistato.

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