Actebis: una transizione chiamata Sap

Un semestre sabbatico per il distributore che implementa una versione del gestionale rivista e corretta appositamente per le sue esigenze. E per il 2005, crescita del 10%.

Lo aveva detto lo scorso dicembre che il 2005 sarebbe
stato un anno di transizione.
E lo conferma anche adesso, nel corso del
tradizionale incontro di metà anno, Sergio Ceresa, managing director della
filiale italiana di Actebis, affiancato da Cinzia Falasco Volpin, da poco a capo
del back office.
Un anno di transizione necessario per poter imprimere
ad Actebis un cambiamento importante e radicale, come è stato il passaggio a
Sap
“.
L’adozione del nuovo sistema gestionale ha
richiesto ad Actebis sei mesi  di lavoro, condotto in stretta
collaborazione con la casa madre, che ha fatto da aprifila per l’adozione di un
Sap rivisto e corretto

per le esigenze della distribuzione nelle diverse country.

Eravamo pronti a un blocco operativo dell’azienda al momento dello
start up del sistema, in realtà in 48 ore abbiamo portato a termine la
migrazione. E’ però vero che per mesi il 40% delle risorse dell’azienda sono
state dedicate, part time o full time, a Sap, così come è vero che su Sap
abbiamo dovuto formare le 140 persone interne e una quarantina di collaboratori
esterni. Senza contare una serie di “effetti collaterali”, come la necessità di
avere tra il personale che opera nel magazzino persone con conoscenza della
lingua inglese
“.
Ma i risultati cominciano già a vedersi, visto che
Ceresa, Falasco e il direttore marketing Celian parlano di maggiore
controllo sulle singole transazioni, di miglioramento della logistica, di più
efficacia nella reportistica, di maggiore tempo a disposizione per fare
business.
Per i rivenditori, poi, arrivano servizi non erogabili con il
vecchio sistema, come la possibilità di ricevere giornalmente in Edi le
disponibilità di magazzino con il proprio listino.
Ma, in termini di
business, quanto ha pesato questa rivoluzione per Actebis?
Pensavamo di
registrare una flessione maggiore nel fatturato, vista la necessità di
distogliere risorse da dedicare a Sap. E invece rispetto al budget fissato per
questo primo semestre siamo a un +1%, che rappresenta una flessione del 3%
sull’anno scorso. Tutto questo, va detto, in un momento in cui si lavora con
prodotti che hanno subito un downpricing tra il 25 e il 30%
“.
Nei sei
mesi, cresce del 40% il software, tengono bene gli integratori, che
evidentemente utilizzano il prodotto assemblato come leva di
profittabilità.
Più difficile il mercato degli hard disk:
il grigio” dice Ceresa “è davvero fuori
controllo
“.
Prospettive di fine anno? “Più 10% rispetto al
2004
“.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome