Actebis Italia compie 10 anni tra i big della distribuzione Ict

Parla Sergio Ceresa. Amarcord dei vecchi tempi e le prossime strategie per raggiungere una crescita costante a due digit


Marzo 2004, Non è certo una delle aziende più "vecchie"
sul mercato italiano della distribuzione, ma all’attivo della filiale italiana
di Actebis ci sono già 10 anni di storia. E a capo di questa realtà
dal novembre 1994 c’è Sergio Ceresa, che ricorda ancora: «Il
mio problema allora non era vendere i prodotti (in soli due mesi fatturò
4 milioni di euro nel primo anno di attività – ndr), ma costruire ex
novo un’azienda»
. Sergio Ceresa veniva già
da un’esperienza di distribuzione di componentistica, lavorando precedentemente
alla Telcom e aveva quindi già esperienza di questo settore, oltre a
essere conosciuto da molti reseller. E la componentistica è stato il
primo focus di Actebis. «Allora godevamo dei prezzi paneuropei che
la casa madre ci permetteva di sostenere anche qui in Italia e poi eravamo esclusivisti
su alcuni marchi e ciò ci consentiva di lavorare con agio»
.
E in più Ceresa rammenta con rammarico gli stili di pagamento in voga
allora: «Tutto veniva pagato cash. Il conto economico era sempre in
positivo. Non c’era bisogno di linee di credito, tant’è che noi stessi
rimborsavamo i creditori con i soldi dei clienti»
.

Ha qualche rimpianto?
Sì, all’inizio c’era molto più entusiasmo sui risultati. Giorno
dopo giorno la crescita era accattivante, ripagava tutti gli sforzi.

Se potesse tornare indietro cosa non farebbe più?
Niente. A parte il fatto che, forse, avrei aperto l’azienda più vicino
a casa (Ceresa è di Sirmione sul lago di Garda – ndr).

Un marchio che avete provato a vendere, ma…
Nokia. Eravamo attivi da circa un anno e mezzo e abbiamo tentato di vendere
i monitor. Non eravamo pronti. O forse anche il mercato non lo era. Poi, la
stessa persona che avevamo assunto per lanciare questa linea è diventato
il fondatore di Nokia Italia.

Quale il brand più "facile"?
Seagate, con hard disk che erano plug and play.

Quale il più difficile?
Hp. Era un’azienda piuttosto "complicata".

Il momento che ha pensato di dire basta?
Mai.

La critica che ha trovato più fastidiosa?
Che vendevamo solo sulla base del prezzo.

Quella più costruttiva?
Me la disse un concorrente: si riferiva al fatto che se non ci fossi stato io,
Actebis Italia non ce l’avrebbe fatta.

E oggi di allora cosa è rimasto?
In Actebis avevamo e abbiamo un grande potenziale, competenze medio-alte che
stanno cercando di essere incanalate nella maniera più opportuna.

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