Acer: multibrand, multi prodotto, multi target

Il 2009 dell’azienda si gioca su una strategia oggi consolidata. Il focus è sulla mobility, declinata in notebook, netbook e handheld.

Sicuramente il miliardo di euro di fatturato in Italia è un obiettivo simbolico e l’averlo raggiunto alla fine di un 2008 nel quale già soffiavano forte i venti di crisi è un risultato importante. Sarà per questo che in Acer la parola crisi non si pronuncia molto. C’è, sarebbe cieco negarla, tuttavia non è fattore di stallo. Meglio pensare alla crescita, stabilendo obiettivi chiari: +15% in Italia a fine 2009.

Piuttosto che parlar di crisi, l’azienda, incontrando la stampa per parlar di risultati, scelte e strategie, preferisce raccontare un percorso che la vede oggi presente sul mercato con quattro brand e linee di prodotto differenziate per indirizzare altrettanti target.
Per il mercato consumer – spiega Massimo D’Angelo, Western Europe Director – la fascia entry è legata al marchio eMachine, mentre Packard Bell e Gateway coprono i segmenti a profilo più alto, lasciando, per lo meno in Europa, con un focus particolare su design e stile per quanto riguarda Packard Bell. Trasversale ai diversi segmenti è poi la tradizionale offerta a marchio Acer. Nel resto del mondo, laddove il marchio Packard Bell ha meno storia e riconoscibilità, gli stessi prodotti sono proposti a solo marchio Gateway. Il mercato professional viene invece coperto con i marchi Acer e Gateway”.

Nonostante l’overlap su alcune linee di prodotto, Acer difende questa scelta che le consente di operare con efficacia su target differenziati. Così come difende il suo forte investimento sul fronte netbook.
Altri player – è l’opinione di Gianpiero Morbello, Corporate Vice President Marketing & Brand di Acer Group – hanno paura o hanno avuto paura del netbook perché fin dall’inizio lo hanno considerato una versione a basso costo del notebook, in grado dunque di penalizzare le revenue e fonte di possibili delusioni per chi lo acquistasse. Fin dall’inizio, invece, noi abbiamo considerato il netbook come una linea di prodotto a sé stante, in grado di soddisfare esigenze di mobilità molto specifiche, nelle quali Internet è il perno”.
Oggi Acer parla di 30 milioni di unità previste a livello mondiale a fine 2009 e traccia obiettivi ambiziosi: “Vorremmo arrivare a coprire il 40% di questo mercato”, dichiara Massimo D’Angelo.
E’ un impegno importante che Federico Carozzi, responsabile delle attività italiane, traduce anche nella scelta di dedicare un product manager alla linea Aspire One, che nel corso dell’anno dovrebbe arricchirsi di nuovi modelli, separandola dunque dalla gestione del prodotto netbook.

Il focus sulla mobility si completa, è evidente, con i recenti annunci sul fronte smartphone, di cui abbiamo già avuto modo di parlare la scorsa settimana in concomitanza con il Mobile World Congress di Barcellona.
Anche in questo caso gli obiettivi sono ambiziosi. Se gli analisti guardano a un mercato di 600 milioni di handheld nel 2011, Acer vuol giocare la sua partita ed è convinta di aver molto da dire anche in questo ambito.
Fondamentale sarà senza dubbio l’alleanza con gli operatori di telefonia e non a caso Gianpiero Morbello dichiara che trattative sono in corso con i principali player a livello mondiale.

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