Accesso al credito: difficoltà per 8 Pmi su 10

Tanto che un imprenditore su due modifica il rapporto con la propria banca. Lo dice un’indagine condotta per la Cgia di Mestre su 800 imprese italiane con meno di 20 addetti.

Aumento dei costi bancari, procedure di erogazione dei prestiti troppo lunghe, richieste di garanzie eccessive e tassi di interesse tropo alti.

Sono questi, a grandi linee, i principali ostacoli incontrati dalle piccole e medie imprese che (sempre di meno), in Italia, ricorrono alle banche per richiedere un prestito.

Lo denuncia il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e lo confermano i dati del sondaggio telefonico condotto da Panel Data lo scorso mese su un campione di 800 imprese con meno di 20 addetti distribuite su tutto il territorio nazionale.

Commissionata dalla Cgia di Mestre, l’indagine ha evidenziato come, negli ultimi tre mesi, solo il 24,6% degli intervistati abbia fatto ricorso a un prestito bancario riscontrando, nella stragrande maggioranza dei casi (8 volte su 10) grosse difficoltà di accesso al credito.

Ma non solo, perché se nel 40% dei casi è stato evidenziato un aumento dei costi bancari e procedure di erogazione troppo lunghe hanno interessato una percentuale di intervistati pari al 32,5%, a modificare il rapporto con la propria banca a causa della crisi economica e dell’andamento dei mercati finanziari sarebbe il 53,2% delle aziende intervistate, vale a dire un imprenditore su due.

Qui, a pesare, sono soprattutto l’aumento dei tassi bancari e la richiesta di rientrare dei crediti già concessi, tanto che ben l’86,2% delle imprese intervistate ha dichiarato che nei prossimi mesi non si rivolgerà a un istituto di credito per chiedere un finanziamento.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome