Accenture lancia segnali incoraggianti per il procurement outsourcing

Una survey condotta dal consulente delinea una prospettiva di crescita per la terziarizzazione degli acquisti che, entro il 2006, dovrebbe coinvolgere una quota doppia di aziende ripetto a quelle che già oggi utilizzano tale servizio, principalmente per i materiali indiretti.

9 marzo 2004 Le prospettive di crescita sono incoraggianti. Il procurement outsourcing è destinato a crescere entro i prossimi tre anni secondo un trend chiaro che, per Accenture, presenterà cifre addirittura raddoppiate. Questo il risultato di maggiore impatto evidenziato dalla survey condotta dal consulente su 219 direttori acquisti di aziende medio-grandi, in diversi paesi europei e negli Stati Uniti, con un 9% del campione rappresentato da società italiane.

Si tratta della quarta indagine eseguita da Accenture sul tema della terziarizzazione e, per il prossimo anno, è previsto un approfondimento sul global outsourcing. “L’interesse è palpabile – ha dichiarato Marcello Tamietti, partner dell’area supply chain – anche se, magari, riguarda esclusivamente alcuni aspetti del procurement”. A fronte dell’attuale 22% degli intervistati che dichiara di avere già investito in questo particolare ramo, entro il 2006 il dato dovrebbe salire al 47% “anche se a diverso titolo”, puntualizza Alessandro Diana, senior manager supply chain di Accenture, con focus sui materiali indiretti ma anche l’esternalizzazione degli acquisti per quelli considerati “core” subirà una trasformazione in positivo. Per l’esattezza, aree come logistica, Mro (Maintenance, repair and operation), It e professional service cresceranno più di altre considerate tradizionali, vale a dire office equipment e viaggi, mentre packaging, personale, marketing e vendite, visti in proiezione più strategica per il business, aumenteranno ma a ritmi inferiori.

Colpisce che la motivazione principale che spinge le imprese verso il procurement outsourcing non sia tanto il risparmio dei costi, bensì la possibilità di utilizzare nel modo migliore le risorse interne, focalizzandole sulle categorie d’acquisto considerate maggiormente pregnanti.

Il questionario, che è stato compilato online nell’estate dello scorso anno, disegna i tratti distintivi delle società clienti dei Procurement service provider: chi, ad esempio, ha già vissuto una precedente esperienza di terziarizzazione, non importa in che settore sta considerando la possibilità di rivolgersi a un Psp (per l’esattezza il 24% dovrebbe tramutarsi in 52), mentre la totalità delle aziende prive di testimonianze pregresse non intende, nemmeno in prospettiva, prendere in considerazione tale possibilità. Suddividendo il campione per dimensione, si evince che sono le imprese con fatturato superiore ai 10 miliardi di euro quelle più propense ad adottare un servizio di questo tipo (dal 31% attuale al 67) ma, dato da non trascurare, soprattutto nel nostro Paese, pure quelle con meno di mille dipendenti e 500 milioni di euro di revenue paiono interessate (il dato passa dal 15% al 34). “La quota di medie aziende interpellate – ha proseguito Diana – è pari al 17% e non bisogna dare per scontato che nel nostro Paese gli intervistati siano esclusivamente espressione di questo target di mercato”. La predisposizione varia anche a seconda di come le società autovalutano le proprie performance di acquisto, le capacità di miglioramento e la predisposizione a cogliere sfide e reagire ai cambiamenti.

Le caratteristiche che, invece, fanno oscillare l’ago della bilancia in direzione dei diversi fornitori possono riassumersi nell’expertise (il fattore distintivo considerato di maggiore importanza), nella puntualità e nella capacità di personalizzare l’offerta.

Lo studio prende, infine, in considerazione gli elementi di rischio che, per le imprese che ancora non hanno avuto esperienza di procurement outsourcing, si riassumono nel timore di divenire troppo dipendenti dal Psp e di perdere il controllo sulle spese. Queste due problematiche, tuttavia, sono viste in modo più lieve dal panel che già ha sperimentato il servizio. Nel complesso, comunque, gli intervistati che hanno vissuto l’esperienza si sono dichiarati soddisfatti dei risultati raggiunti.

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