A Strasburgo Bill Gates parla di sviluppo

Il fondatore di Microsoft ha parlato di aiuti: non d’emergenza, ma di lungo periodo e da rendere strutturali.

Bill Gates è intervenuto al Parlamento europeo, in occasione della plenaria di aprile di Strasburgo  presentando alla Commissione Sviluppo il lavoro della fondazione che presiede insieme alla moglie, la Bill and Melinda Gates Foundation.

Ha parlato, quindi, non da fondatore di Microsoft, ma da filantropo, dando poche indicazioni, ma chiare e dirette (proprio come era uso fare quando era al timone della casa di Redmond) su come si fanno gli aiuti.

Fuori da equivoci, non ha parlato di aiuti di emergenza, come quelli che riguardano la vita di questi giorni, piuttosto di quelli di lungo periodo e da rendere strutturali, e che non per questo possono dimenticare che un’efficacia la devono produrre.

Due sono le aree su cui orientare gli aiuti: agricoltura e vaccinazioni.
I secondi per Gates hanno un rapporto “prezzo/prestazioni” elevatissimo: costano poco e danno una resa enorme, ovviamente salvando vite.
Qualche numero: nel 1960 morivano 20 milioni di bambini sotto i 5 anni. Ora ne muoiono 8 milioni.
L’obiettivo di Gates, da raggiungere con una consapevole rete di aiuti, è di dimezzare la cifra entro 15 anni.

Sul fronte agricoltura l’obiettivo di Gates è di aumentare l’efficienza dei produttori. Perché? Cristallino: il 75% della popolazione povera vive di agricoltura.

Cosa fare? Di fronte al bivio agricoltura sostenibile-Ogm, posto dalla Commissione Deve, Gates si è espresso a favore dell’investimento in qualsiasi tecnica scientifica capace di evitare che le persone muoiano di fame, ritendendolo doveroso.

Gates ha tradotto in cifre l’impegno europeo allo sviluppo: lo 0,7% del Pil significa 28 miliardi di euro, che aggiunti al resto consentirebbero di raggiungere gli obiettivi del Millennio dell’Onu, se non proprio nel 2015 almeno entro dieci anni. E la crisi economica non può essere una scusante per non impegnarsi a raggiungere il fine.

E, in generale, sul senso degli aiuti, Gates ha dato l’ennesimo messaggio di concretezza. Nella storia, ha rilevato, gli aiuti hanno preso una direzione che non era quella di migliorare la vita umana. Ora la questione non si pone: efficacia.

Ma aiutare, gli è stato chiesto, vuol dire anche sviluppare il commercio nelle regioni in via di sviluppo, anche per creare lavoro? Gates ha osservato che un’economia aperta, con una forza lavoro formata è una sana base. Ma questa è politica. L’aiuto è disinteressato

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