A quando la cifratura veramente inviolabile?

Il professor Michael Rabin, ricercatore alla Divisione di ingegneria e scienze applicate di Harvard, ha affermato di aver scoperto un metodo di cifratura totalmente inviolabile, quale che sia la potenza di calcolo considerata. Il metodo si basa su una …

Il professor Michael Rabin, ricercatore alla Divisione di ingegneria
e scienze applicate di Harvard, ha affermato di aver scoperto un
metodo di cifratura totalmente inviolabile, quale che sia la potenza
di calcolo considerata. Il metodo si basa su una chiave che non ha
bisogno di essere conservata in alcun luogo, contrariamente a quanto
accade con gli attuale sistemi di tipo Rsa, che richiedono di
memorizzare la chiave sul computer. La cifratura necessita di un
generatore di numeri aleatori capace di funzionare in modo
continuativo (ad esempio un satellite). Una sequenza di numeri,
accoppiata a un sistema di chiavi, servirà a crittografare il
messaggio. Chi emette e chi riceve dovranno catturare la medesima
catena di numeri aleatori, che servirà da un lato a codificare il
messaggio e dall’altro a decodificarlo. Per arrivarci, chi emette
dovrà inviare precedentemente a chi riceve, in un messaggio criptato
con metodi classici, le istruzioni per catturare la medesima sequenza
numerica. E anche se il messaggio venisse decodificato da un pirata,
sarà già troppo tardi (la decodifica non è istantanea), poiché le du
e
parti interessate avranno già ricevuto le rispettive sequenze e
scambiato i messaggi. La catena non sarà più recuperabile, perché non
viene memorizzata. Il solo metodo sarebbe di memorizzare
permanentemente tutto il flusso di numeri aleatori, ma si tratta di
un’impresa impossibile.
Il lavoro di Rabin è per ora teorico e sarà pubblicato su una rivista
scientifica. L’applicazione pratica potrebbe seguire a breve.

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