A grandi passi verso reti e servizi di nuova generazione

Accessi Dsl e VoIp rappresentano i trend più dinamici nel mercato Tlc e guidano l’evoluzione delle infrastrutture. In arrivo Wi-Max, per il wireless, e MetaLoop per i cavi in rame.

È un circuito virtuoso, con i nuovi servizi e lo sviluppo del VoIp che stimolano la diffusione della banda larga che a sua volta spinge verso piattaforme e prodotti di nuova generazione; e grazie alla convergenza delle reti di comunicazione, fisse, mobili e wireless, il volano dei servizi accelera. Quanto emerso dal recente Broadband World Forum di Venezia è il new deal delle applicazioni di Tlc: le stesse capaci di rendere disponibili a consumatori e aziende su qualsiasi terminale, indipendentemente dalla tecnologia di accesso e in maniera ubiqua, servizi voce, dati e video (il cosiddetto triple-play), per una multimedialità tutto-in-uno. Videotelefonia Ip e tv interattiva, messaggistica istantanea, audiovideo ondemand e conferenze multimediali, come pure videosorveglianza, domotica e gli immancabili giochi e intrattenimento.


Del resto, i dati parlano chiaro: la banda larga, oggi soprattutto Dsl, si diffonde a ritmi di carica. Sono 27,8 milioni le linee attive in Europa occidentale, di cui il 13% nel nostro Paese, che a fine anno è atteso alla soglia dei 4 milioni. Numeri cui si è giunti con una crescita annua composta del 107% tra il 2001 e il 2003, e che da qui al 2008 dovrebbero godere di un ulteriore forte impulso, anno su anno, pari al 26%. Stando alle stime di Idc, per gli operatori il Dsl è un business da 10,6 miliardi di euro destinato a triplicare entro un quadriennio, con incrementi composti, ogni dodici mesi, del 21% rispetto alla vendita di accessi e del 74% in relazione alla fornitura di contenuti e servizi.


In parallelo, la crescita esponenziale del VoIp, con i prodotti voce di nuova generazione destinati, secondo gli analisti di Infonetics Research, a quadruplicare l’odierno giro d’affari mondiale per raggiungere i 4 miliardi di euro entro il 2007. Una previsione che fa il paio con quella di Heavy Reading, in base a cui gli attuali 7 milioni di utenti VoIp diventeranno 200 nel breve volgere di un lustro. "Dietro l’angolo – osserva Michel Rahier, direttore operativo del Fixed Communication Group di Alcatel – ci sono reti Ip come singola piattaforma multiservizio e multitecnologia con banda da 1 Gbps su rame, fibra e via etere", in una sfida che si giocherà tanto sulla sicurezza e sull’ubiquità degli accessi, con l’utente che usa una sola identità di registrazione valida per tutti i servizi, quanto sull’alta fedeltà della voce e sull’elevata definizione video. E ancora, sotto il profilo della piattaforma, sull’interoperabilità, sulla scalabilità e soprattutto sull’intelligenza della rete. Ossia, un domino applicativo e di controllo unificato per un’esperienza d’uso che l’utente percepisca come univoca, che si trovi in ufficio o fuori sede, in auto o a casa propria.


"Oggi si prefigurano – sostiene Claudio Chiarenza, vice presidente della divisione prodotti di Italtel – reti sensitive, idonee a espandere le reti private virtuali e utili a servire gruppi di aziende, capaci di captare la presenza e di riconoscere chiunque si dichiari alla rete stessa: l’infrastruttura tiene conto di dove si trova l’utente per fornirgli un bouquet di servizi idoneo, che sfrutta le diverse tecnologie di connettività e di accesso in modo trasparente".

Il Gsm si fonde con il Wi-Fi


Alla base, un’integrazione che da un lato richiede di interconnettere le infrastrutture voce e dati e dall’altro, nell’ambito della convergenza fisso-mobile, prospetta anche la fusione dei terminali Gsm e Wi-Fi in un unico dispositivo. Peraltro, la richiesta da parte delle aziende si concentra sul tema di una efficace integrazione tramite cui garantirsi servizi vecchi e nuovi. "Il Wi-Fi rappresenta in questo senso un fattore abilitante – riprende Chiarenza -, così come la disponibilità di un centralino Ip permette l’accesso a un sistema di servizi che cooperano anche con le applicazioni proprie della rete informatica". Non è un caso se una recente indagine condotta da The Economist Intelligence Unit su un campione di imprese europee cita come il principale fattore che guida le aziende la capacità delle reti di trasportare voce, dati e video su un’infrastruttura unica. Poi, come secondo elemento, molto meno urgente del primo, il desiderio di avere un’architettura per lo unified messaging. I carrier, dal canto loro, sono spinti a migrare su piattaforme di nuova generazione che consentono di portare gli utenti su una base di accesso in grado di aumentare la qualità e il novero dei servizi, con il conseguente effetto di elevare redditività e fidelizzazione.


"Nel portafoglio d’offerta destinato al mercato delle aziende – prosegue Chiarenza – entrano di rigore l’accesso virtuale e remoto, a prescindere da dove l’utente si trova, e la traduzione pratica delle Vpn estese, che raggruppano soggetti dislocati in aree geografiche diverse, sempre su base Ip-centrica".


Tra le evidenze che sollecitano gli operatori ad accelerare sui nuovi servizi c’è il netto calo della redditività media per utente del servizio di accesso a banda larga: un valore che in Europa è destinato a dimezzarsi, passando dai 40 euro del 2002 ai 21 del 2008. E altrettanti stimoli arrivano da Yankee Group e Boston Consulting, secondo cui, rispettivamente, l’infrastruttura a pacchetto è ideale per creare fonti di guadagno con incrementi progressivi anche sui segmenti di utenza che in passato erano costosi da raggiungere, e servizi il cui miglioramento qualitativo i clienti appaiono ben disposti a pagare.


Se l’Ip si fa infrastruttura delle reti di comunicazione globale, i softswitch, cui si aggregano media gateway e application server, sono il cuore dell’architettura di riferimento, che poggia su un protocollo Mpls (Multi protocol label switching) divenuto lo standard di fatto della convergenza per l’industria delle Tlc. In un simile quadro, il ruolo del wireless è quello di gateway funzionale. Il solo fattore riconosciuto dagli operatori come una vera barriera rispetto alla predisposizione di servizi wireless in banda larga mobile, è la certezza di un modello di business vincente: il Wlan è considerato al tempo stesso, e in modo non ancora troppo definito, alternativa e complemento alla telefonia mobile 3G. I più, comunque, concordano sull’effettivo proficuo sviluppo degli accessi alle Vpn tramite Wlan e pure sull’uso di due o più tecnologie allo scopo, con il Wi-Max in prima fila, davanti a 3G/Umts e satellite. "È una molteplice sfida – sottolinea Mark Whitton, direttore generale di Nortel Networks per le soluzioni wireless – quella che oggi si sostanzia nell’esperienza dell’utente mobile rispetto alla banda larga e nei servizi indipendenti dai terminali di accesso e dalle locazioni, stante l’interoperabilità tra piattaforme. Senza dubbio il wireless ubiquo rappresenta la chiave di volta". Si tratta, in concreto, di infrastrutture 3G e reti ad accesso pubblico Pwlan (Public wireless local area network) per servizi hot spot, capaci di supportare miliardi di dispositivi. Con un ruolo cardine per il protocollo Ofdm/Mimo (Orthogonal frequency division multiplexing/multiple input multiple output), così come finora è stato quello del Cdma per le reti fisse.


"Il passaggio atteso è dai 10 Mbps attuali ai 100 che ci si prefigura entro il 2006 con l’evoluzione dell’802.16 (Wi-Max, ndr) e dello standard 3Gpp, specifica che copre Gsm, Gprs, Edge e Umts, oltre a W-Cdma", sottolinea Whitton. Nel frattempo, se è vero che le Pwlan risentono degli alti costi di connessione alle reti tradizionali, una risposta fattiva viene da una loro riconfigurazione in network di tipo Wireless Mesh. "Una soluzione – spiega Whitton – che fornisce accesso a larga banda in aree estese (reti civiche, di campus e per usi di pubblica sicurezza, ndr) che le tradizionali Wlan non coprono. Il cardine è un’architettura peer-to-peer capace di convogliare il traffico di ritorno verso le reti tradizionali senza costose connessioni di backhaul, come le linee E1". Sulla cui adozione, peraltro, gli operatori possono oggi scegliere di risparmiare.


La fibra non è indispensabile se il rame può garantire una banda sufficiente: è il caso della tecnologia MetaLoop, a standard Efm (Ethernet in the first mile), studiata appositamente per il local loop e per superare gli ostacoli di interoperabilità fra le reti. "MetaLoop – afferma Yossi Saad, vice presidente per il marketing di prodotto di Actelis – è idonea a supportare un’ampia gamma di applicazioni a banda larga che includono interconnessione e servizi Lan trasparenti, voce e video su Ip, così come il supporto del traffico di ritorno verso la Rete (backhaul, ndr) proveniente da stazioni Dslam /Ngdlc (Dsl access mux/next generation digital loop carrier, ndr), hot spot Wi-Fi e stazioni base cellulari". Grazie a un’appropriata gestione della banda, algoritmi di cancellazione del rumore e tecniche di correzione degli errori, trasforma doppini in rame in una piattaforma di trasporto punto-a-punto o punto-a-multipunto valida sino a 10 km di distanza; 5,1 Mbps per singolo doppino per un massimo di 67 Mbps, ottenibile con 16 coppie. Sulla base dei 10 Mbps (due coppie) i costi sono inferiori di un ordine di grandezza rispetto alla fibra. Secondo Saad, "la scalabilità della piattaforma garantisce di non dover cambiare sistema almeno per i prossimi 5 anni".

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