3D, la convergenza di formazione ed evoluzione

Si parla sempre più spesso di prototipazione rapida e di ingegneria inversa di modelli tridimensionali. Vedremo se diventerà patrimonio di molti o resterà nel dominio dei tecnici.

Anche al Ces di Las Vegas, la più grande mostra di elettronica di consumo del mondo, si parla molto di terza dimensione nella tecnologia. Grande risalto stanno avendo le promesse di device e reti mobili sempre più veloci, così come i nuovi, straordinari modelli di apparecchi televisivi, in parte a risoluzione strabiliante, in parte a visione tridimensionale.
Tra i modelli straordinari c’è anche un Panasonic, schermo Oled 56” con risoluzione 4k (3840×2160), presentato con clamore da Katsuiro Tsuga, presidente della multinazionale giapponese. Il prezzo del modello non è noto, in quanto si tratta di un prototipo in parte realizzato con tecniche di stampa 3D delle quali è difficile determinare il costo industriale.
Panasonic non è la prima né l’ultima a far uso di prototipazione rapida, un settore che esiste da oltre vent’anni. Senza grande diffusione mediatica di usa questo approccio per gran parte delle nuove serie di oggetti presentati in anteprima alle fiere specializzate, ma anche per componenti al di fuori delle grandi serie com’è per alcune parti di aereo e di automobili.
Certamente il rapid prototyping si sta sviluppando molto negli ultimi anni. La cosa sorprende chi ha seguito un certo hype consumistico, ma è perfettamente compatibile con gli aspetti professionali del settore. E altrettanto certamente l’informazione generalista fa più che altro confusione, ipotizzando stampanti 3D su ogni tavolo. Ma per usare il 3D c’è un enorme gap di conoscenza e di mentalità: basti pensare ai quiz di geometria spaziale che non sono per tutti.


Formazione ed evoluzione

Problemi di questo tipo vengono risolti da due percorsi paralleli: formazione ed evoluzione. Inizialmente c’è necessità di diffondere la nuova conoscenza, che normalmente si sviluppa tramite iniziative di formazione che partono dal basso e via via si strutturano a più alto livello.
Contemporaneamente i dispositivi completi della nuova conoscenza diventano sempre più facili da usare e richiedono conoscenze sempre minori. Questa parte del percorso prevede che siano i dispositivi professionali (non amatoriali) a scendere di prezzo nel tempo, pur mantenendo qualità, versatilità. Di questo secondo percorso in generale i media non parlano, probabilmente perché non ne sono a conoscenza.


Trasferimento di conoscenza

Al momento sembra che le probabilità di formazione siano maggiori. Anche in Italia c’è coscienza di questo fenomeno e non c’è mostra o convegno senza tutorial o workshop dedicati alla facilità di uso, controllo o progettazione di nuovi dispositivi non più solo elettronici o solo software, ma con corpo fisico, che sia Lego o Arduino. Meno frequente, anche se più centrata, è la proposta di formazione gratis o quasi, che sta arrivando. Un esempio è l’Open Parametric Day, gratis a Roma il 14 gennaio: un breve tutorial di due ore viene ripetuto tre volte nello stesso giorno, per avviare all’uso di software di modellazione 3D. “Noi di parametricArt crediamo sia necessario far conoscere il mondo 3D dal punto di vista formativo”, dice Michele Calvano, l’architetto che insieme a Whissam Wahbeh ha lanciato questa iniziativa; “abbiamo fatto team con la Makers University, con la quale collaboriamo, per ampliare la panoramica della nostra formazione”. L’open Parametric Day inizierà agli strumenti Cad di ultima generazione (Rhinoceros e 3dStudioMax) necessari a fare architettura e design sia diretto, sia inverso.
Al di là del necessario ottimismo ed interesse verso le novità, non sembra ragionevole che grazie al 3D tutti noi diventeremo modellatori e stamperemo in casa oggetti semplici o complessi. D’altronde con lo scanner non siamo diventati tutti ingegneri, né con la stampante tutti scrittori, né con il martello tutti falegnami. Anzi.

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